Teheran (Iran), 4 nov. (LaPresse/AP) – Decine di migliaia di persone si sono radunate di fronte all’ex ambasciata degli Stati Uniti di Teheran, in Iran, in occasione dell’anniversario dell’inizio della crisi degli ostaggi del 1979, nel corso della quale 52 persone vennero tenute prigioniere nella sede diplomatica per 444 giorni. Si tratta della più grande manifestazione anti-americana da diversi anni a questa parte: proteste di questo genere si svolgono infatti ogni anno per l’anniversario della presa degli ostaggi del 1979, che seguì alla rivoluzione islamica, ma le dimostrazioni di oggi sono molto partecipate soprattutto a causa dei numerosi inviti a scendere in piazza fatti nei giorni scorsi da gruppi come la Guardia rivoluzionaria. I manifestanti sostengono i gruppi più radicali che si oppongono alle politiche di riavvicinamento del nuovo presidente Hasan Rohani ai Paesi occidentali. Le aperture all’Occidente decise da Rohani sono appoggiate dal leader supremo iraniano, l’ayatollah Ali Khamenei, ma gli oppositori del presidente non rinunciano alla loro posizione, sollevando la possibilità che si creino fratture interne.

Nonostante l’appoggio alla linea più morbida espressa da Rohani, l’ayatollah Khamenei ieri ha elogiato gli studenti che nel 1979 assaltarono l’ambasciata Usa e ne mantennero il controllo fino alla fine della crisi degli ostaggi. “Trenta anni fa i nostri giovani chiamavano l’ambasciata statunitense una ‘tana di spie’; ciò significa che quei giovani erano 30 anni avanti rispetto ai loro tempi”, ha detto Khamenei, facendo riferimento alle intercettazioni degli Usa sui telefoni di leader stranieri fra cui la cancelliera tedesca Angela Merkel. I dimostranti fuori dall’ambasciata hanno calpestato immagini del presidente Usa Barack Obama e bandiere degli Stati Uniti, urlando inoltre slogan come ‘morte all’America’. Alcuni cartelli portati alle manifestazioni avevano scritte come ‘Schiacciamo l’America sotto i nostri piedi’ e ‘gli Usa sono il Grande Satana’. In un’immagine Obama viene raffigurato come un lottatore di wrestling che porta orecchini a forma di stella di Davide, il simbolo di Israele.

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