Sofia (Bulgaria), 28 ott. (LaPresse/AP) – Alcune centinaia di studenti hanno bloccato l’accesso all’università Kliment Ochridsky di Sofia, la maggiore della Bulgaria, chiedendo lo scioglimento del Parlamento e nuove elezioni. La protesta dà nuovo vigore al movimento anti-governativo che per quattro mesi ha manifestato contro i vertici del Paese. I dimostranti lamentano soprattutto i presunti legami tra i leader di governo e alcuni uomini d’affari sospetti, che hanno sollevato il dubbio di episodi di corruzione. Dopo aver bloccato l’ingresso all’università, gli studenti hanno emesso una nota spiegando che il governo deve basarsi su “valori morali invece che su benefici personali”.
In seguito alla protesta gli amministratori dell’ateneo hanno convocato un vertice di emergenza per discutere di come gestire il blocco. Al termine si sono accordati per riaprire il campus e permettere la ripresa delle lezioni. In una nota appoggiano le motivazioni degli studenti come reazione alla “mancanza di moralità nella vita politica e all’assenza di preoccupazione per il futuro dei giovani” in Bulgaria. Tuttavia sottolineano che, bloccando la struttura, gli studenti hanno violato i diritti degli studenti che vogliono continuare a frequentare e quelli degli insegnanti e dello staff che desiderano lavorare. I manifestanti, però, hanno annunciato che continueranno il blocco.
Il governo sostenuto dai socialisti è salito in carica dopo le elezioni anticipate di maggio che hanno fatto seguito alle dimissioni del precedente Gabinetto, preso di mira dalle proteste anti-austerity. Ma l’attuale governo comanda solo 120 dei 240 seggi del Parlamento e ha bisogno del sostegno di un partito nazionalista. A scatenare la prima nuova protesta è stata in questa occasione la nomina a capo dell’agenzia nazionale di sicurezza del magnate dei media Delyan Peevski. La nomina è stata presto revocata, ma i dimostranti hanno continuato a insistere sul fatto che il governo sia corrotto e si debba dimettere.
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