Il Cairo (Egitto), 7 ott. (LaPresse/AP) – Continua a essere alta la tensione in Egitto, un giorno dopo gli scontri con la polizia in cui nelle proteste dei sostenitori del presidente deposto Mohammed Morsi sono morte almeno 51 persone. Gli islamisti pro-Morsi hanno annunciato che il “sangue dei martiri” alimenta il loro spirito e convocato nuove proteste per domani e per venerdì. Intanto, oggi nel Paese si sono susseguiti nuovi attentati ed episodi di violenza, dal Sinai al Cairo, che hanno causato diverse vittime e fatto salire ancora la tensione. Nella tarda giornata è anche arrivata la raccomandazione di un panel di giudici, che ha chiesto lo scioglimento del Partito libertà e giustizia dei Fratelli musulmani.

BILANCIO DEGLI SCONTRI: 51 MORTI, 423 ARRESTI. Sono 51 i morti negli scontri di ieri in tutto l’Egitto fra i sostenitori dei militari al governo e quelli di Morsi, mentre nel Paese era festa nazionale per il 40esimo anniversario della guerra del Kippur con Israele. Il bilancio è stato diffuso dal ministero della Salute, che ha contato anche oltre 240 feriti. Il ministero dell’Interno ha invece comunicato che in tutto il Paese sono stati arrestati 423 sostenitori di Morsi. Dal 3 luglio, giorno della deposizione di Morsi, i membri dei Fratelli musulmani fermati sono circa duemila.

FRATELLI: SANGUE DEI MARTIRI CI SOSTIENE, DOMANI E VENERDI’ NUOVE PROTESTE. I Fratelli musulmani annunciano nuove proteste per domani e per venerdì, affermando che il loro movimento è “alimentato dai preziosi sangue e anime di nobili martiri”. “È ormai cristallino che il colpo di Stato è un incubo per l’Egitto e il suo popolo e sta cercando di distruggere il tessuto di questa nazione. Nel momento in cui le festività vengono organizzate per una parte della popolazione, (le autorità, ndr) chiedono agli egiziani di ballare sui corpi senza vita dei loro compatrioti che si oppongono al golpe”, si legge nella nota.

ESPLOSIONE IN SINAI VICINO SHARM EL-SHEIK. Una forte esplosione ha colpito la sede delle forze di sicurezza ad al-Tour, città nel sud della penisola del Sinai, dove sono morte tre persone e altre 55 sono state ferite. Lo scoppio ha danneggiato gravemente l’edificio di quattro piani e ha innescato un piccolo incendio. Militanti islamici, alcuni con legami con al-Qaeda, attaccano quotidianamente le forze di sicurezza nella zona nord della penisola, ma il sud generalmente è piuttosto pacifico.

ATTACCO A PATTUGLIA ISMAILIA: 6 SOLDATI UCCISI. Un pickup di militari di pattuglia a Ismailia, a est del Cairo, è stato attaccato da militanti mascherati a bordo di un’auto. Sei i militari uccisi, fra cui un tenente.

RAZZI SU STAZIONE SATELLITARE. Almeno due granate a razzo sono cadute sull’edificio che al Cairo, nel sobborgo di Maadi, ospita la principale stazione satellitare terrestre dell’Egitto. I danni sono minori, ma l’attacco è significativo perché l’obiettivo è il cuore del centro delle telecomunicazioni del Paese. Un alto ufficiale della sicurezza ha dichiarato che l’attacco non ha interrotto le comunicazioni, ma ha aggiunto: “Ci aspettiamo di peggio”. Secondo il ministro dell’Interno Ibrahim si è trattato di una vendetta per l’uccisione dei sostenitori di Morsi negli scontri di ieri.

GIUDICI: SCIOGLIERE PARTITI FRATELLANZA. Un panel di giudici ha raccomandato lo scioglimento del partito politico dei Fratelli musulmani, il Partito libertà e giustizia, affermando che si tratti di un gruppo fuori legge. Il parere sarà consegnato il 19 ottobre al tribunale del Cairo che si sta occupando del caso in cui viene chiesto lo scioglimento del movimento. Il partito è stato registrato nel 2011, mesi dopo la caduta del presidente deposto Hosni Mubarak, prima volta che l’organizzazione islamista esistente da 85 anni ha potuto dare vita a un ramo politico. Ha poi ottenuto la maggioranza nel primo Parlamento post-Mubarak e il suo leader, Mohammed Morsi, è diventato il presidente eletto. Da quando il 3 luglio Morsi è stato destituito da un colpo di stato militare, i leader della Fratellanza sono stati oggetto di arresti e le proteste dei loro sostenitori sono state represse.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata