Zamboanga (Filippine), 16 set. (LaPresse/AP) – L’esercito delle Filippine ha ripreso il controllo di circa il 70% delle zone costiere intorno alla città meridionale di Zamboanga occupate la settimana scorsa dai ribelli e oggi per la prima volta negli scontri sono stati impiegati elicotteri da combattimento. Lo ha fatto sapere l’esercito di Manila, aggiungendo che soldati e agenti delle unità speciali della polizia hanno finora ucciso o arrestato più di 100 militanti del Fronte nazionale di liberazione Moro, che l’8 settembre avevano occupato cinque villaggi lungo la costa mentre tentavano di prendere il controllo di Zamboanga. Circa 100 ribelli tengono ancora in ostaggio altrettanti civili. L’esercito, ha riferito il tenente colonnello Ramon Zagala, continua l’offensiva contro i guerriglieri, ma i soldati si muovono con prudenza per non mettere in pericolo gli ostaggi ed è difficile prevedere quando termineranno i combattimenti.
Zamboanga, città a maggioranza cristiana di quasi un milione di abitanti, si trova circa 860 chilometri a sud di Manila. Le truppe stanno cercando di arginare i combattimenti nelle periferie della città, ma oggi un colpo di mortaio sparato dai ribelli ha distrutto un’auto vicino al centro abitato. Dall’inizio della crisi sono circa 82mila le persone fuggite dalle proprie case in centri di emergenza allestiti dalle autorità. Il segretario all’Interno filippino, Mar Roxas, ha detto che circa 850 case sono state distrutte nei combattimenti. Secondo la polizia, alcuni di questi edifici sono stati danneggiati negli incendi appiccati deliberatamente dai ribelli. Il presidente Benigno Aquino III è a Zamboanga per sorvegliare la risposta delle forze di sicurezza alla crisi, la peggiore che la sua amministrazione si sia trovata ad affrontare dal 2010.
I ribelli del Fronte nazionale, guidati da Nur Misuari, firmarono un accordo di pace con il governo nel 1996, ma non hanno rinunciato alle armi e hanno accusato il governo di non aver rispettato la promessa di adottare riforme mirate a garantire sviluppo per le regioni musulmane, particolarmente arretrate. I membri del gruppo sostengono di essere stati ignorati nei recenti colloqui tra il governo di Manila e un altro gruppo militante, il Fronte islamico di liberazione Moro (diverso dal Fronte ‘nazionale’ di liberazione Moro), incentrati sull’autonomia per la minoranza musulmana del Paese.
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