Londra (Regno Unito), 10 set. (LaPresse/AP) – Un uomo su quattro in sei Paesi asiatici ammette di avere stuprato una donna. È quanto emerge dai nuovi studi su stupro e violenze condotti da esperti internazionali e sponsorizzati da alcune agenzie delle Nazioni unite e dai governi di Australia, Regno Unito, Norvegia e Svezia. I risultati delle ricerche sono stati pubblicati nella rivista Lancet Global Health. Alcuni ricercatori maschi hanno intervistato più di 10mila uomini in Bangladesh, Cina, Cambogia, Indonesia, Sri Lanka e Papua Nuova Guinea. In questo studio non è dunque compresa l’India, dove proprio oggi sono stati condannati i quattro uomini accusati dello stupro di gruppo di una studentessa avvenuto a dicembre del 2012 a bordo di un bus a Nuova Delhi; la ragazza era morta a seguito delle ferite riportate. La parola ‘stupro’ non è mai stata usata, ma agli uomini è stato chiesto se avessero mai costretto una donna ad avere un rapporto sessuale anche se lei non lo voleva oppure se avevano mai fatto sesso con una persona che era troppo ubriaca o drogata per potere acconsentire. Tra il 6 e l’8% degli uomini ha ammesso di avere stuprato una donna e la percentuale è salita a un range compreso fra il 30 e il 57% se venivano incluse mogli e fidanzate.

Il tasso di stupro più basso tra i sei Paesi presi in considerazione nello studio è stato registrato in Bangladesh e in Indonesia, mentre il più alto in Papua Nuova Guinea. Più del 70% degli uomini che hanno ammesso di aver costretto una donna a un rapporto sessuale ha spiegato di averlo fatto per “diritto sessuale”. In quasi il 60% dei casi gli uomini affermano che erano annoiati o volevano divertirsi, mentre nel 40% dei casi gli aggressori erano arrabbiati o volevano punire la vittima. Soltanto la metà degli uomini dice di essersi sentita in colpa e solo il 23% è stato imprigionato in relazione allo stupro. I precedenti studi sull’argomento erano stati realizzati in Sudafrica, dove quasi il 40% degli uomini avrebbe stuprato almeno una donna. “È chiaro che le violenze contro le donne sono molto più diffuse tra la popolazione di quello che pensassimo”, ha affermato Rachel Jewkes del Consiglio di ricerca medica del Sudafrica, la quale ha guidato i due studi.

Gli autori delle ricerche hanno sottolineato che non è chiaro se i dati siano simili in altre parti dell’Asia e nel resto del mondo. Tra i fattori che potrebbero avere influenzato la situazione nei Paesi presi in considerazione, spiegano gli scienziati, ci sono gli atteggiamenti sessuali radicati, povertà e abusi emozionali o fisici subiti nell’infanzia. “Il problema è scioccante, dovunque abbiamo guardato abbiamo visto aggressioni su compagne, persecuzioni e violenze sessuali”, ha commentato Michele Decker, professore alla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, che ha scritto il commento agli studi. “Lo stupro – ha aggiunto – non avviene soltanto quando qualcuno punta un’arma contro la testa della donna”. Secondo un precedente rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), un terzo delle donne in tutto il mondo afferma di avere subìto violenze domestiche o sessuali.

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