Londra (Regno Unito), 29 ago. (LaPresse/AP) – L’intervento armato contro la Siria è legale sotto la dottrina umanitaria, anche senza l’ok delle Nazioni unite. Inoltre è “molto probabile” che a condurre l’attacco con armi chimiche la scorsa settimana alle porte di Damasco sia stato il governo siriano. È quanto emerge da due documenti diffusi dall’ufficio del primo ministro britannico David Cameron, poco prima dell’inizio del dibattito parlamentare convocato d’urgenza sulla questione siriana.
“La posizione del governo sulla legalità di ogni azione – si legge in uno dei due documenti, una valutazione legale – rende chiaro che se l’azione viene bloccata al Consiglio di sicurezza Onu, al Regno Unito sarebbe ancora permesso, sotto la dottrina dell’intervento umanitario, di prendere misure eccezionali che includono un intervento militare mirato, al fine di alleviare l’enorme sofferenza in Siria”. Ieri il Regno Unito ha presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu una risoluzione per autorizzare l’uso della forza, ma Russia e Cina si sono fermamente opposte e non ci sono indicazioni sulla possibilità che il documento venga messo al voto.
Lapidario anche il secondo rapporto, che racchiude il giudizio della Commissione congiunta di intelligence. In esso si legge che, a detta dei servizi di Londra, “la settimana scorsa a Damasco è avvenuto un attacco con armi chimiche; è molto probabile che il responsabile sia il regime siriano; ci sono alcune informazioni di intelligence che indicano la colpevolezza del regime; e nessun gruppo di opposizione ha la capacità di condurre una attacco con armi chimiche su questa scala”.
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