Budapest (Ungheria), 12 ago. (LaPresse/AP) – Laszlo Csatary, ex poliziotto ungherese accusato formalmente a giugno per crimini contro gli ebrei e per aver contribuito alla loro deportazione nei campi di concentramento nazisti nel corso della Seconda guerra mondiale, è morto. Aveva 98 anni. Lo rende noto il suo avvocato, Gabor Horvath, spiegando che il decesso è avvenuto ieri in un ospedale di Budapedst in seguito a una polmonite.

Csatary, che ha sempre negato ogni accusa, erano nato il 4 marzo 1915 nel villaggio di Many, nel centro dell’Ungheria. Era già stato condannato a morte in absentia in Cecoslovacchia nel 1948 per crimini di guerra e di recente la Slovacchia ha modificato la condanna in ergastolo facendo sapere di aver preso in considerazione la possibilità di chiedere l’estradizione. Lo scorso mese un tribunale di Budapest ha sospeso il caso nei suoi confronti in seguito a un vizio di forma.

Nel 1949 l’uomo arrivò nella provincia canadese di Nuova Scozia e nel 1955 ottenne la cittadinanza, lavorando poi come mercante d’arte a Montreal. Lasciò il Canada nel 1997 dopo che venne alla luce che aveva mentito sul suo passato nell’era nazista per ottenere il passaporto.

Il suo caso fu riportato alla luce nel 2012 dal Centro Simon Wiesenthal ch si occupa di dare la caccia ai criminali di guerra nazisti per assicurarli alla giustizia. E proprio il direttore dell’ufficio di Gerusalemme del Centro, Efraim Zuroff, si dice “estremamente dispiaciuto” per il fatto che Csatary sia morto prima di poter essere processato in Ungheria. “È una vergogna – ha aggiunto in una nota – che Csatary, condannato e perpetratore dell’Olocausto completamente impenitente che è stato accusato nel suo Paese natale per i suoi crimini, alla fine abbia eluso la giustizia e la punizione”.

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