Washington (Usa), 6 ago. (LaPresse/AP) – Resta alta la tensione a seguito dell’allerta terrorismo lanciata dagli Stati Uniti, che mantengono chiuse 19 sedi diplomatiche in Medioriente e Africa e oggi hanno evacuato la propria ambasciata in Yemen. Sempre oggi Washington ha invitato i cittadini americani a lasciare immediatamente lo Yemen a causa di una minaccia alla sicurezza definita “estremamente alta”. Intanto, mentre al consolato Usa a Milano è rientrato un allarme bomba scattato dopo l’arrivo di una lettera che annunciava un ordigno, gli Usa fanno sapere che al-Qaeda potrebbe avere sviluppato un liquido esplosivo non rilevabile dagli attuali sistemi di sicurezza.
ESPLOSIVO LIQUIDO INVISIBILE. La notizia dell’esplosivo liquido non rilevabile è stata riportata dal quotidiano britannico Indipendent, che cita due funzionari degli Stati Uniti che avrebbero espresso preoccupazione. Si tratterebbe di un liquido sviluppato per essere utilizzato sugli abiti e che diventerebbe esplosivo quando si asciuga e potrebbe essere utilizzato per un potenziale attacco. Si pensa che la nuova tecnica sia stata sviluppata dalla branca yemenita di al-Qaeda, nota come al-Qaeda nella penisola arabica (Aqap), gruppo del quale fa parte anche Ibrahim al-Asiri, ritenuto l’ideatore di dispositivi come gli ordigni da impiantare chirurgicamente nel corpo.
YEMEN AL CENTRO DELLE PREOCCUPAZIONI. Ed è proprio lo Yemen il Paese che più di ogni altro preoccupa gli Stati Uniti. L’attuale chiusura delle ambasciate, infatti, stando a quanto ha riferito ad Associated Press un funzionario dell’intelligence Usa, è dovuta all’intercettazione di un messaggio inviato dal capo di al-Qaeda, l’egiziano Ayman al-Zawahri, al leader della branca yemenita del gruppo, Nasser al-Wahishi, a proposito di piani per un vasto attacco.
IN YEMEN EVACUATE AMBASCIATE DI USA E REGNO UNITO. Stamattina il dipartimento di Stato americano ha fatto sapere che l’esercito statunitense ha evacuato il personale non essenziale del governo Usa presente in Yemen. Secondo una fonte ufficiale della Difesa, tra 50 e 100 membri del personale diplomatico degli Stati Uniti sono stati trasferiti all’alba da Sanaa, in Yemen, alla base aerea americana di Ramstein, in Germania, a bordo di un aereo C-17 dell’esercito. La fonte aggiunge però che decine di soldati rimangono comunque in Yemen, compresi quelli che erano incaricati della sicurezza dell’ambasciata e gli altri impegnati nell’addestramento delle truppe yemenite.
Anche il Regno Unito ha annunciato in mattinata il ritiro temporaneo di tutto il personale dall’ambasciata britannica a causa di minacce terroristiche; il Foreign Office ha fatto sapere che l’ambasciata resterà chiusa fino a quando il personale non potrà tornare. Sempre oggi il dipartimento di Stato ha inoltre diffuso un avviso di viaggio in cui afferma che i cittadini statunitensi dovrebbero lasciare immediatamente lo Yemen a causa di una minaccia alla sicurezza “estremamente alta”. “Dal momento che lo staff dell’ambasciata è ridotto, la nostra capacità di assistere i cittadini Usa in caso di emergenza e fornire servizi consolari di routine resta limitata e potrebbe essere ulteriormente ridotta dalla situazione fluida della sicurezza”, ha comunicato il dipartimento.
A MILANO ALLARME BOMBA A CONSOLATO USA. Nel pomeriggio un allarme bomba è scattato al consolato Usa a Milano, ma è rientrato dopo circa mezz’ora. A fare scattare l’allerta era stato l’arrivo di una lettera che annunciava la presenza di un ordigno esplosivo e che, secondo quanto riferiscono fonti di polizia, conteneva un simbolo frequentemente usato in passato dagli anarchici. Gli Stati Uniti hanno ringraziato le autorità italiane per la loro “risposta rapida e professionale” tramite la portavoce del dipartimento di Stato americano, Jen Psaki, che ha precisato di non essere al corrente di alcuna connessione fra l’allarme bomba a Milano e le minacce di al-Qaeda che hanno spinto gli Stati Uniti alla chiusura temporanea di molte sedi diplomatiche in Medioriente e Africa.
MOTIVO DELL’ATTACCO. Secondo alcuni investigatori yemeniti che si stanno occupando di indagare sulle minacce terroristiche, il motivo di un possibile attacco potrebbe essere la vendetta per l’uccisione di Saeed al-Shihri, di origine saudita, liberato da Guantanamo dopo circa sei anni di detenzione e morto a seguito dell’attacco di un drone dello scorso novembre dopo essere diventato il numero 2 di al-Qaeda della penisola arabica.
IN YEMEN UCCISI 4 MEMBRI AL-QAEDA DA DRONE. Intanto oggi quattro presunti membri di al-Qaeda sono stati uccisi da un drone statunitense nella provincia di Marib, in Yemen. I funzionari ritengono che uno dei morti sia Saleh Jouti, alto membro del gruppo terroristico.
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