Istanbul (Turchia), 5 ago. (LaPresse/AP) – L’ex capo di Stato maggiore turco Ilker Basbug è stato condannato all’ergastolo nell’ambito del maxi processo Ergenekon, sul complotto volto a rovesciare il governo di Recep Tayyip Erdogan. Oltre a Basbug, il più celebre tra i circa 250 imputati, sono stati condannati al carcere a vita altre 15 persone.
LE CONDANNE. Tra le persone condannate all’ergastolo il giornalista Tuncay Ozkan che aiutò nel 2007 a organizzare proteste anti-governative (condannato anche ad altri 16 anni di carcere), il generale in pensione Veli Kuçuk, l’avvocato Kemal Kerinçsiz, il leader del Partito del lavoratori Dogu Perinçek (condannato anche ad altri 30 anni di detenzione), il colonnello in pensione Fikri Karadag e l’ex generale Hasan Ataman Yildirim. Altri 60 imputati hanno ricevuto sentenze comprese tra uno e 47 anni, secondo quanto riporta l’emittente Trt. In particolare il giornalista Mustafa Balbay, rappresentante di Ankara del giornale laico Cumhuriyet, e Mehmet Haberal, chirurgo e fondatore di un’università di Ankara, dovranno scontare rispettivamente 34 e 12 anni di detenzione, anche se rischiavano l’ergastolo. Questa mattina, la corte, nella città di Silivri, a 40 chilometri a ovest di Istanbul, ha assolto 21 persone.
IL PROCESSO. Il procedimento giudiziario iniziò cinque anni fa e si concentra su Ergenekon, presunta rete di cui gli imputati fanno parte e deriva da una leggendaria valle nell’Asia centrale che si crede sia stata la patria ancestrale dei turchi. L’accusa per i membri del gruppo era di aver complottato per condurre attacchi di alto profilo e omicidi volti, secondo i procuratori, ad alimentare il caos per preparare un colpo di Stato militare.
LE ACCUSE. In migliaia di pagine di documenti, i procuratori sostengono che gli imputati si siano resi responsabili di una serie di atti violenti, tra cui un attacco nel 2006 contro un tribunale, in cui perse la vita un giudice, condotti come se i responsabili fossero militanti islamici, al fine di creare disordini e provocare un intervento militare. Secondo l’accusa, il gruppo avrebbe pianificato anche di uccidere Erdogan, il premio Nobel per la Letteratura Orhan Pamuk e altre figure di spicco. Gli accusati respingono ogni accusa.
SPACCATURA POLITICA. I procedimenti giudiziari hanno aiutato il governo di Erdogan a rimodellare l’esercito turco e ad affermare il controllo civile sul Paese che in passato è stato teatro di una serie di colpi di Stato militari fin dalla fondazione della Repubblica, nel 1923. Il caso ha polarizzato la Turchia tra coloro che ritengono il processo un’opportunità per fare emergere la presunta rete sommersa e chi lo vede solo come un tentativo di mettere a tacere i nemici di Erdgoan e minare l’eredità laica turca.
BLOCCATI MANIFESTANTI. Prima dell’inizio dell’udienza la polizia è intervenuta per bloccare alcune centinaia di manifestanti che dimostravano a favore degli imputati. Secondo l’agenzia di stampa Anadolu sono stati utilizzati gas lacrimogeni.
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