Harare (Zimbabwe), 31 lug. (LaPresse/AP) – Urne aperte in Zimbabwe per le elezioni presidenziali e parlamentari. Il presidente Robert Mugabe, 89 anni, al governo da 33, tenta la rielezione. È l’undicesima volta che la popolazione del Paese africano si reca alle urne dall’indipendenza ottenuta nel 1980. Poco dopo l’apertura dei seggi si registravano già lunghe file.
CANDIDATI. Sono cinque i principali contendenti alla carica di presidente. Primo fra tutti il capo di Stato uscente Robert Mugabe, 89 anni, alla guida del governo dal 1980. Ex leader della lotta per l’indipendenza, liberò il Paese dalla minoranza bianca, ma lo face cedere in una difficile crisi economica nel 1997, innescata in un primo momento da uno scandalo corruzione e poi dai sequestri di migliaia di aziende agricole di proprietà di bianchi. C’è quindi il primo ministro Morgan Tsvangirai, 61 anni, attivista sindacale diventato politico. Nel 2008 riuscì quasi a battere Mugabe, ma poi boicottò il ballottaggio in protesta contro le violenze diffuse contro il suo Movimento per il cambiamento democratico. Candidato anche Welshman Ncube, capo di una fazione divisasi dal partito di Tsvangirai, a cui potrebbe sottrarre voti nelle provincie occidentali. Completano la lista Dumiso Dabengwa, ex leader della guerriglia che ricevette addetramento in Russia, un tempo alleato di Mugabe, e Kisinoti Munodei Mukwazhe, capo del Partito dello sviluppo.
IL VOTO. Alle urne sono registrati 6,4 milioni di persone. I seggi hanno aperto alle 7 e dovrebbero chiudere alle 19 con la possibilità di un’estensione del voto anche a domani. Gli elettori esprimono una preferenza per il presidente, per 210 seggi del Parlamento e per 1.200 consigli rurali e urbani nel Paese, dove vivono 12,9 milioni di persone.
TEMATICHE. La questione principale riguarda la salute del presidente uscente Mugabe. Secondo molti l’89enne non sarebbe più in grado di mantenere il potere. Il suo partito Zanu-Pf ha promesso di portare aventi un programma di ripresa che permetterà di creare 2,2 milioni di posti. Il partito di Tsvangirai ha puntato invece sulla promessa di creare un ambiente favorevole agli investimenti interni e stranieri per ricostruire l’economia, creare lavoro, ripristinare i servizi di educazione e sanitari e tornare allo stato di diritto, dopo un decennio di violenze politiche e crisi economica.
PROSPETTIVE. Nonostante i pochi episodi di violenza che si sono registrati in questa occasione, i gruppi per i diritti umani sono scettici sul fatto che si possano realmente tenere elezioni libere e giuste, principalmente a causa delle diffuse discrepanze tra gli elettori, lo scarso accesso ai media e le attività di parte dell’esercito e della polizia. I rivali di Mugabe lo accusano di voler manovrare il processo elettorale per portare i risultati del voto a suo favore.
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