L’Aia (Olanda), 23 lug. (LaPresse/AP) – I giudici olandesi hanno bloccato l’estradizione verso gli Usa di un sospetto terrorista, identificato come Sabir K., sostenendo che l’uomo è stato torturato in Pakistan dopo il suo arresto nel 2010 e che non è chiaro se le autorità statunitensi abbiano avuto un ruolo nella vicenda. La decisione, presa dalla corte d’appello dell’Aia, rappresenta una vittoria per Sabir K. nel tentativo di evitare di essere processato negli Usa, anche se le autorità olandesi possono ancora avviare un ultimo appello alla Corte suprema.
In un comunicato il tribunale ha spiegato che le circostanze dell’arresto di Sabir K., richiesto tre giorni dopo la sua cattura in Pakistan, “hanno sollevato dubbi” fra i giudici. Tali dubbi si sono basati sui resoconti dei gruppi per i diritti umani, in base ai quali i sospetti vengono “torturati quasi senza eccezioni” se presi in Pakistan. “Se gli Usa hanno chiesto l’arresto di K. sapendo che sarebbe stato torturato di servizi segreti, allora questa è una buona ragione per bloccare l’estradizione”, afferma la corte.
Contento l’avvocato dell’uomo, André Seebregts. Sabir K., ha detto, “è molto soddisfatto che il ruolo degli americani venga finalmente osservato con occhio critico”. “Fin dall’inizio – ha aggiunto – aveva detto che gli Usa erano coinvolti”.
Il sospetto, che possiede la doppia cittadinanza olandese e pakistana, venne arrestato nel 2010 in Pakistan e trasferito in Olanda l’anno successivo. Washington ritiene che abbia lavorato con al-Qaeda dal 2004 al 2010, periodo nel quale avrebbe progettato un attacco suicida contro una base militare in Afghanistan. Le autorità olandesi non hanno per ora rilasciato alcun commento.
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