Beirut (Libano), 10 lug. (LaPresse/AP) – Le accuse lanciate dalla Russia secondo cui i ribelli siriani avrebbero fabbricato e gas nervino per poi utilizzarlo in un attacco a Khan al-Assal, un sobborgo di Aleppo, il 19 marzo scorso, sono “disperate” e “costruite”. Lo dice la Coalizione nazionale siriana, principale gruppo di opposizione contro il governo di Bashar Assad. A puntare il dito contro i combattenti di opposizione era stato ieri l’ambasciatore russo all’Onu, Vitaly Churkin, parlando dell’attacco di marzo in cui morirono 26 persone, tra cui 16 soldati, e 86 rimasero ferite. I ribelli accusano le forze armate del governo per l’episodio.

MOSCA VUOLE INGANNARE MONDO. “Le prove fornite dalle parti che sostengono il regime tirannico di Assad con denaro, armi e munizioni sono false e chiaramente costruite”, si legge nella nota diffusa dal gruppo. “La recente analisi russa sull’uso di armi chimiche a Khan al-Assal – prosegue – è un disperato tentativo della Russia di ingannare il mondo e giustificare i crimini di Assad. Il popolo siriano considera la Russia un partner di Assad nell’omicidio di innocenti civili siriani”. La Coalizione ha quindi invitato una missione investigativa dell’Onu a entrare nelle aree sotto controllo dei ribelli in Siria per indagare sul presunto uso di armi chimiche da parte dell’esercito di Damasco.

INVITO A ESPERTI ONU. Lunedì anche il governo siriano aveva invitato nella capitale Ake Sellstrom, capo della missione dell’Onu sulle armi chimiche, e Angela Kane, Alto rappresentante dell’Onu per il disarmo, per un incontro con funzionari del ministero degli Esteri, al fine di condurre un’inchiesta sul solo attacco di Khan al-Assal. L’Onu vorrebbe avere un accesso più ampio al territorio. Fino ad ora Damasco e Onu non sono riusciti a trovare un accordo sull’indagine. Tuttavia, in serata un diplomatico che ha parlato a condizione di anonimato ha fatto sapere che Sellstrom e Kane potrebbero recarsi in Siria “abbastanza a breve” per colloqui di alto livello con il governo sull’eventuale indagine.

LE ACCUSE DELLA RUSSIA. Ieri Churkin avev fornito al segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon un documento di 80 pagine sull’argomento e ha riferito che i campioni prelevati dal luogo dell’attacco sono stati analizzati in un laboratorio russo. “Ci sono tutte le ragioni per credere – ha spiegato – che sono stati i combattenti armati di opposizione a utilizzare armi chimiche a Khan al-Assal”.

USA: NON CI SONO PROVE DI ARMI CHIMICHE A RIBELLI. A Washington, intanto, il portavoce della Casa Bianca Jay Carney ha replicato: “Dobbiamo ancora vedere una prova che sostenga l’asserzione secondo cui qualcuno oltre il governo siriano abbia la capacità di utilizzare armi chimiche o che le abbia usate”. Gli Usa si dicono convinti che le forze armate siriane abbiano ucciso fino a 150 persone con gas sarin. E oggi ha fatto sentire la propria voce anche il dipartimento di Stato. La Russia, ha detto la portavoce Jen Psaki, sta ostacolando gli sforzi mirati a garantire alle Nazioni unite un “accesso senza restrizioni” al territorio siriano per indagare sul presunto uso di armi chimiche.

GB: TEAM INDAGINE ABBIA ACCESSO A TERRITORIO. Sul tema è intervenuto anche il rappresentante diplomatico all’Onu del Regno Unito. “È positivo – ha detto l’ambasciatore Mark Lyall Grant – che il regime siriano abbia dato accesso agli esperti russi per raccogliere prove sul presunto uso di armi chimiche, ma è molto più importante che dia accesso agli investigatori indipendenti e credibili delle Nazioni unite”.

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