Washington (Usa), 26 giu. (LaPresse/AP) – La Corte suprema Usa ha deciso che le coppie gay legalmente sposate devono godere degli stessi benefici garantiti dal governo federale alle coppie eterosessuali. Una sentenza che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha definito uno “storico passo avanti” verso l’uguaglianza.
LA SENTENZA. Il giudici della Corte hanno votato 5 contro 4 per respingere il provvedimento del Defense of Marriage Act (Doma) che privava le coppie gay sposate di una serie di benefici tributari, sanitari e pensionistici. “A causa del Defense of Marriage Act le vite delle coppie gay sposate erano appesantite”, ha spiegato Anthony Kennedy, uno dei giudici della Corte suprema che ha votato per bocciare il provvedimento, “in maniera visibile e pubblica”. Il principale effetto del Doma, ha sottolineato, era quello di individuare un sottinsieme dei matrimoni, quelli gay, e, anche se autorizzati dallo Stato, “renderli ineguali”.
LA DECISIONE SULLA CALIFORNIA. Nella seconda sentenza la Corte ha invece aperto la strada per la ripresa dei matrimoni gay in California. I giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso avanzato dai promotori del divieto delle nozze tra persone dello stesso sesso nell’importante stato della costa est: non potevano, è stato il giudizio degli alti magistrati, presentare appello contro le decisioni dei tribunali di livello inferiore, che avevano già dichiarato il divieto incostituzionale. Sono stati cinque i giudici che si sono espressi per stabilire l’inammissibilità, confermando così la sentenza precedente. Quattro hanno votato contro. La California potrebbe di conseguenza ripristinare i matrimoni tra le persone dello stesso sesso già nell’arco di un mese. La Corte suprema non si è però pronunciata in merito alla legalità del divieto di nozze gay, in vigore in California e altri Stati. La Proposition 8 è il nome dato a un referendum tenutosi il 4 novembre del 2008 in California, in cui gli elettori decisero di vietare le nozze gay, rese legali da una sentenza della Corte suprema dello Stato il 15 maggio del 2008.
Di conseguenze il diritto delle coppie omosessuali di sposarsi fu abolito con decorrenza dal 5 novembre 2008. Di seguito furono organizzate manifestazioni contro la Proposition 8 e diversi attivisti presentarono ricorsi alla Corte suprema della California, la quale confermò però la legalità del referendum. Infine, la Corte d’appello federale del 9° distretto dichiarò il divieto incostituzionale.
GLI EFFETTI DELLE DECISIONI. La Corte non si è pronunciata chiaramente a favore o contro le nozze gay in nessuna delle due sentenze e rimane in vigore il provvedimento del Doma che permette a uno Stato di non riconoscere il matrimonio tra le persone dello stesso sesso contratto in un altro Stato o all’estero. La decisione non avrà inoltre nessun effetto negli Stati in cui le nozze gay restano illegali, compresi i 29 che hanno inserito il divieto nelle proprie Costituzioni.
La sentenza della Corte suprema avrà conseguenze chiare per le coppie che si sono sposate e vivono negli Stati che ammettono le nozze gay: d’ora in poi avranno infatti il diritto agli stessi benefici federali delle coppie eterosessuali. Più complicata, invece, la situazione per le coppie gay sposate che vivono in uno Stato che non riconosce i matrimoni tra persone dello stesso sesso. In questo caso si deciderà in base ai benefici di cui vorranno usufruire le coppie.
LA FESTA DEI SOSTENITORI. Dopo l’annuncio delle sentenze i sostenitori delle nozze gay radunati davanti alla sede della Corte suprema a Washington hanno dato via a festeggiamenti e sono scoppiati in applausi cantando ‘Il Doma è morto’, ‘grazie’ e ‘Stati Uniti’. Quando la sentenza è diventata pubblica alcuni hanno esultato con urla e abbracci, altri con salti e lacrime. “Che i matrimoni inizino”, ha detto Chad Griffin, un attivista della Human Rights Campaign, che aveva aiutato a portare avanti il caso contro la Proposition 8. In aula erano presenti anche le due coppie gay californiane che avevano chiesto il diritto di sposarsi. Tra la folla dei sostenitori c’era però almeno un oppositore delle nozze gay, il quale tenevano in mano uno striscione che definiva il matrimonio come un’unione tra un uomo e una donna.
IL PLAUSO DEL PRESIDENTE Intanto il presidente Usa Barack Obama ha accolto con favore la decisione della Corte suprema, dichiarandola uno “storico passo avanti” verso l’uguaglianza dei matrimoni.
Per Obama il provvedimento del Doma abolito dai giudici “era discriminazione racchiusa in una legge. Trattava coppie di gay e lesbiche che si amano come una classe separata e inferiore”. “Quando tutti gli americani sono trattati come uguali indipendentemente da chi sono o chi amano – ha detto il presidente – siamo tutti più liberi. Siamo un popolo che ha dichiarato che siamo stati creati tutti uguali e anche l’amore che ci impegnamo a nutrire nei confronti di un’altra persona deve essere uguale”. Secondo il presidente, la decisione della Corte “ha raddrizzato un torto” e ora “il Paese sta meglio”. Obama ha sottolineato che la sentenza non modificherà il modo in cui le istituzioni religiose definiscono e celebrano il matrimonio.
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