Hong Kong, 12 giu. (LaPresse) – Edward Snowden torna a parlare. In un’intervista rilasciata a un giornale di Hong Kong, il South China Morning Post, la giovane talpa statunitense che ha rivelato il programma di sorveglianza della National security agency Usa (Nsa) rilascia dichiarazioni scottanti: la Nsa spia i computer di Hong Kong e Cina dal 2009. Il giornale riferisce che Snowden avrebbe mostrato dei documenti a sostegno delle sue affermazioni. La talpa sostiene che i computer siano stati hackerati in base al programma Prism, ma che nessuno dei documenti abbia fornito informazioni sui sistemi militari cinesi.

“Non sono né un traditore, né un eroe, sono un americano”, ha detto il ragazzo all’inizio del colloquio. Nel corso dell’intervista il giovane ha sottolineato che non si trova a Hong Kong per nascondersi dalla giustizia. “Le persone che pensano che io abbia fatto un errore scegliendo Hong Kong fraintendono le mie intenzioni. Non sono qui per nascondermi dalla giustizia; sono qui per rivelare crimini”, ha detto Snowden. Di lui si erano perse le tracce lunedì, quando era stato visto l’ultima volta mentre faceva il check out in un hotel di Hong Kong, ma il quotidiano è riuscito a rintracciarlo e intervistarlo in una località che non è stata rivelata.

Intanto in serata si è tenuta al Senato Usa un’audizione del direttore della Nsa, Keith Alexander. In difesa dei programmi di sorveglianza ha detto che hanno permesso di fermare decine di piani di terrorismo. Il senatore democratico Patrick Leahy, del Vermont, ha fatto sapere che alcuni dettagli relativi a due casi sono stati declassificati e ha spinto il direttore dell’Nsa a rivelare altri casi di attentati sventati. “Stiamo provando a difendere gli americani”, ha aggiunto.

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