Fort Meade (Maryland, Usa), 3 giu. (LaPresse/AP) – Inizia oggi il processo a Bradley Manning, il soldato statunitense accusato di aver diffuso migliaia di documenti riservati dell’esercito e del governo di Washington al sito di WikiLeaks. Manning, arrestato più di tre anni fa in Iraq, è accusato di aver aiutato il nemico e, se giudicato colpevole, rischierà l’ergastolo. Il 25enne ha ammesso di aver diffuso i documenti segreti e si è dichiarato colpevole di accuse che prevedono una pena massima di vent’anni di carcere. A febbraio scorso aveva spiegato a un giudice militare, colonnello Denise Lind, di aver diffuso i materiali per mostrare la “sete di sangue” dell’esercito statunitense e il disprezzo per le vite degli iracheni e afghani. Aveva sottolineato che non pensava le informazioni avrebbero recato danni agli Usa e che voleva avviare un dibattito sulle forze armate e sulla politica estera di Washington. Il giudice aveva accettato la dichiarazione del soldato, ma la procura ha deciso comunque di incriminarlo per aver offerto sostegno al nemico.

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