Lahore (Pakistan), 10 mar. (LaPresse/AP) – Ancora tensioni in Pakistan, dopo l’assalto condotto ieri da gruppo di musulmani contro un quartiere cristiano di Lahore. Nell’attacco, innescato da un presunto episodio di blasfemia di cui è accusato un cittadino cristiano locale, sono state date alle fiamme circa 170 case. Questa mattina la polizia ha arrestato 150 sospetti, accusati di incendio, furto, saccheggio e terrorismo. Intanto, sempre oggi, centinaia di cristiani sono scesi in piazza in diverse città per protestare contro l’attacco. Le principali manifestazioni, con relativi scontri e arresti, si sono registrate nella stessa Lahore, quindi nella città meridionale di Karachi, nella capitale Islamabad e a Rawalpindi.

I cristiani hanno bloccato una importante autostrada a Lahore e la polizia ha risposto con gas lacrimogeni per disperdere la folla che chiedeva assistenza al governo, spiega l’ufficiale di polizia Malik Awais. I manifestanti, secondo quanto riferiscono le autorità, hanno danneggiato diversi veicoli, sradicato una recinzione lungo la strada e dato alle fiamme un generatore di elettricità. Sette poliziotti sono rimasti feriti, colpiti dalle pietre tirate dai dimostranti. Gli agenti, che hanno risposto con gas lacrimogeni e manganelli, hanno arrestato sei persone. A Karachi invece sono scese in piazza oltre mille persone, che hanno bloccato una strada in un importante mercato e danneggiato circa 25 veicoli. Alcuni hanno anche assaltato una decina di negozi, rubando merce e denaro. Anche in questo caso la polizia è intervenuta con gas e manganelli. Almeno due persone sono state prese in custodia.

Intanto, il portavoce del governo Pervaiz Rasheed promette che le autorità aiuteranno la popolazione del quartiere di Lahore colpito dall’assalto dei musulmani a ricostruire le case. I cristiani rimangono però insoddisfatti di come l’esecutivo sta affrontando la situazione. “Mi hanno rubato tutti i risparmi di una vita”, commenta Yousuf Masih, nei pressi della sua casa bruciata. Il governo ha annunciato che darà a ogni famiglia 200mila rupie (circa 2.800 euro) come risarcimento, ma gli abitanti definiscono la cifra uno scherzo. Secondo il portavoce della polizia, i cristiani della zona hanno chiesto risarcimenti compresi tra 200mila e un milione di rupie (14mila euro).

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