Gerusalemme, 2 mar. (LaPresse/AP) – Il presidente di Israele Shimon Peres ha concesso al primo ministro uscente Benjamin Netanyahu altre due settimane per provare a formare il nuovo governo di coalizione. In un discorso trasmesso in televisione, il leader del Likud ha ammesso oggi di non essere stato in grado di formare l’esecutivo, perché i partiti Yesh Atid e Focolare ebraico, che hanno ottenuto ampi consensi nell’ultima tornata elettorale, si rifiutano di unirsi al governo se questo includerà le formazioni ultra-ortodosse. Netanyahu sta lottando per formare la coalizione fin dal voto che si è tenuto a gennaio. Il suo partito Likud, in alleanza con Israel Beytenu, dell’ex ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, ha ottenuto la maggioranza dei seggi, ma non abbastanza per controllare il Parlamento. Oggi il premier uscente ha incontrato Peres, il quale gli ha appunto concesso altre due settimane di tempo. Se non dovesse rispettare nemmeno la nuova scadenza, toccherà a Yesh Atid, giunto secondo al voto, provare a formare l’esecutivo.

Focolare ebraico e Yesh Atid, che nel discorso in tv Netanyhau ha accusato di “boicottare” la popolazione, vorrebbero mettere fine al sistema delle esenzioni militari di cui godono gli studenti ultra-ortodossi, che possono studiare religione invece di fare il servizio militare. Ma Netanyhau vorrebbe le formazioni ultra-ortodosse nel suo esecutivo, perché sono state suoi fedeli partner politici in passato, e potrebbero aggiungere stabilità al governo. Il leader del Likud si è comunque detto fiducioso di riuscire ad arrivare a un accordo sulla proposta dell’esenzione. Quindi ha chiesto a tutte le parti di unirsi ai suoi sforzi per creare un’ampia coalizione che potrebbe unire il Paese, affermando che nel corso della storia, gli ebrei “hanno subito tante tragedie, a causa dell’odio senza fondamento e delle lotte fraterne”.

Intanto, la scorsa settimana, Netanyahu aveva garantito all’ex ministro degli Esteri Tzipi Livni, leader del partito Hatnuah, il ministero della Giustizia e la guida del Comitato per le trattative di pace con i palestinesi. Una mossa che non è piaciuta a Focolare ebraico, che si oppone alle negoziazioni con i palestinesi e ha fatto sapere di non volere che sia la ‘colomba’ Livni a gestire il processo di pace. Tuttavia, è virtualmente impossibile che il premier uscente riesca a formare un governo senza il sostegno di Yesh Atid e Focolare ebraico, ed è più probabile che debba rinunciare a includere gli ultra-ortodossi.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata