Il Cairo (Egitto), 25 gen. (LaPresse/AP) – Quattro persone sono morte nel corso di scontri nel secondo anniversario delle rivolte che hanno portato alla caduta di Hosni Mubarak in Egitto, dove si sono registrate manifestazioni e tensioni al Cairo e in altre città del Paese. Un 14enne e altre tre persone sono state uccise a Suez, in Egitto, rendono noto fonti ospedaliere cittadine. Negli scontri avvenuti in tutto l’Egitto sono almeno 186 le persone rimaste ferite, riferisce il direttore del servizio ambulanze egiziano, Mohammed Sultan.
FOLLA IN PIAZZA TAHRIR. Migliaia di persone si sono radunate fin dalle prime ore del mattina in piazza Tahrir, al Cairo, uno dei simboli della Primavera araba, e nei pressi del palazzo presidenziale nel quartiere di Heliopolis. Dopo un lancio di pietre contro gli agenti, la polizia ha sparato gas lacrimogeni per disperdere i giovani manifestanti nella piazza. I dimostranti hanno gridato slogan come ‘Erha! Erha!’, ossia ‘Andatevene! Andatevene!’, e ‘Il popolo vuole rovesciare il regime’. Altri duecmila dimostranti hanno circondato il grande edificio della televisione e della radio di Stato, cantando slogan contro il presidente Mohammed Morsi e i Fratelli musulmani.
FERITI AD ALESSANDRIA. Le manifestazioni non sono però limitate solo alla capitale. Scontri tra dimostranti e polizia si sono registrati anche ad Alessandria, dove si registrano 18 feriti, e a Suez. A Menouf i manifestanti hanno bloccato le linee ferroviarie, bloccando i collegamenti con la capitale. Altre manifestazioni si registrano a Port Said e Mehalla, ma anche ad Assiut e Luxor nel sud, e a Fayoum a sudovest del Cairo.
LA RIVOLUZIONE ANCORA VIVA. “Oggi – ha commentato Hamdeen Sabahi, uno dei capi dell’opposizione egiziana, terzo alle elezioni presidenziali di giugno – il popolo egiziano continua la sua rivoluzione. Sta dicendo ‘no’ allo Stato dei Fratelli musulmani. Noi vogliamo una Costituzione democratica, la giustizia sociale, per riportare i diritti dei martiri e garantire elezioni giuste”. I dimostranti, legati a gruppi liberali e laici, puntano a sfruttare l’anniversario delle rivolte per mettere pressione sul presidente Mohammed Morsi e sul suo gruppo di appartenenza, i Fratelli musulmani, accusati di voler monopolizzare le conquiste della rivoluzione, come spiega anche uno dei partecipanti alla protesta, Ehab Menyawi. “I Fratelli – sottolinea, marciando per il quartiere di Mohandiseen, verso piazza Tahrir, con altre 20mila persone – pensano che le riforme siano state raggiunte quando il loro uomo è andato al potere, e che questo in sé sia una garanzia per la fine della corruzione”.
PERIODO DI TENSIONI. Proprio i Fratelli musulmani, assieme ai salafiti, hanno deciso di non scendere in piazza oggi, per evitare disordini nel giorno dell’anniversario. Alcuni gruppi e milizie che si oppongono agli islamici avevano annunciato nei giorni scorsi di essere pronti a difendere i sostenitori dell’opposizione in caso di aggressioni. Le proteste in occasione dell’anniversario della rivoluzione erano iniziate già ieri, con decine di dimostranti feriti durante i disordini con la polizia nei pressi della sede del Parlamento al Cairo. Sempre ieri, il leader dell’opposizione Mohamed ElBaradei aveva fatto appello alla popolazione affinché dimostri “che la rivoluzione deve continuare e deve essere completata”. A dicembre scorso almeno dieci manifestanti avevano perso la vita quando i sostenitori di Morsi avevano attaccato un accampamento di attivisti dell’opposizione davanti al palazzo presidenziale. Gli ultimi mesi sono stati particolarmente difficili per l’Egitto e il suo presidente, contestato per aver varato decreti che gli hanno garantito poteri al di sopra della legge e per l’approvazione della contestata Costituzione scritta con il sostegno dei suoi alleati, senza la partecipazione dei liberali e della minoranza cristiana.
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