Mosca (Russia), 29 dic. (LaPresse/AP) – L’inviato speciale di Onu e Lega araba Lakhdar Brahimi e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov tentano nuovi passi per cercare una soluzione al conflitto siriano. I due si sono incontrati oggi a Mosca, dopo che Brahimi nei giorni scorsi è stato a Damasco dove ha incontrato il presidente Bashar Assad, e hanno ribadito la necessità di tenere come base per un’uscita dal conflitto il piano approvato a giugno della conferenza internazionale di Ginevra. La proposta chiede un cessate il fuoco, un governo di transizione che guidi il Paese fino alle elezioni, e la redazione di una nuova Costituzione, ma non è mai stata applicata anche per la contrarietà dell’opposizione a qualsiasi proposta che includa Bashar Assad nel processo di transizione.
Esprimendo preoccupazione per un conflitto che sta diventando “sempre più settario”, Brahimi ha detto che “piccoli aggiustamenti” possono essere apportati al piano originale, ma esso rimane “una valida base per un processo politico ragionevole”. Il diplomatico algerino ha quindi lanciato l’allarme rifugiati, sostenendo che il peggioramento della situazione sul campo potrebbe presto causare un flusso insopportabile di profughi nei Paesi limitrofi. “Se a Damasco c’è un milione di persone che vive nel panico – ha affermato – queste possono solo andare in due posti: in Libano e in Giordania. E né il Libano né la Giordania possono sopportare 500mila rifugiati”. “Se l’unica alternativa – ha aggiunto – è l’inferno o un processo politico, allora dobbiamo metterci tutti a lavorare senza sosta per un processo politico”.
Da parte sua, pur ricordando che Mosca “non sostiene Assad”, Lavrov ha ribadito le sue critiche alla richiesta dell’opposizione di considerare le dimissioni del presidente siriano come precondizione per iniziare i colloqui di pace, definendola “scorretta e controproducente”. “Il prezzo di questa precondizione – ha aggiunto il ministro – sarà la perdita di altre vite siriane”. Il rappresentante del governo russo ha poi sottolineato ancora una volta che la Russia continuerà a opporsi a qualsiasi risoluzione delle Nazioni unite che chieda sanzioni internazionali contro Assad e apra la strada a un intervento straniero nel Paese.
Lavrov si è quindi detto sorpreso della chiusura al dialogo da parte del leader della coalizione nazionale Mouaz al-Khatib, dopo i precedenti contatti avuti con i diplomatici russi in Egitto, durante cui l’opposizione si era detta disponibile a un incontro in un Paese terzo. Il ministro russo ha quindi respinto le affermazioni dell’opposizione secondo cui Mosca starebbe continuando a consegnare armamenti al governo di Bashar Assad e ha spiegato che le armi di difesa come missili anti-aerei che la Russia sta fornendo a Damasco non possano essere utilizzate per la guerra civile.
Intanto, non si fermano le violenze. A cause dei continui scontri e delle peggiorate condizioni di sicurezza, la compagnia aerea siriana ha cancellato tutti i voli diretti all’aeroporto internazionale di Aleppo. Nonostante gli attacchi dei ribelli, che da giorni si stanno scontrando con l’esercito, lo scalo, vicino all’aeroporto militare di Nerab e nei pressi della base dell’80esima brigata dell’esercito, è ancora controllato dal governo. Gli attivisti hanno fatto sapere che ieri sera all’interno dell’aeroporto si è verificata una forte esplosione.
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