Città del Messico (Messico), 21 dic. (LaPresse/AP) – Sono oltre 20mila le persone scomparse in Messico negli ultimi sei anni, periodo in cui il presidente Felipe Calderon ha lanciato una vasta offensiva militare contro la guerra del narcotraffico le cui violenze sono però aumentate arrivando a provocare la morte di oltre 70mila persone in tutto il Paese. È l’allarme lanciato dall’organizzazione Propuesta Civica il cui database pubblicato sul proprio sito internet contiene dettagli e informazioni su 20.851 persone scomparse, raccolte dall’ufficio del procuratore generale federale nel corso dell’amministrazione appena terminata di Calderon. Tra le persone in elenco poliziotti, muratori, casalinghe, avvocati, studenti, uomini d’affari e oltre 1.200 bambini al di sotto degli 11 anni. I nomi sono indicati uno per uno, accompagnati da informazioni come età, genere, luogo e data della scomparsa.

Il database contiene anche agghiaccianti informazioni sulle circostanze dei rapimenti, compreso il caso di un signore sequestrato da un gruppo di uomini che hanno fatto irruzione sul luogo di lavoro nella città di Gomez Palacio, nello Stato settentrionale di Durango, e lo hanno portato via davanti agli occhi dei suoi colleghi. Un altro caso riguarda la scomparsa di tre uomini d’affari nello Stato occidentale di Michoacan, dominato dal cartello dei Cavalieri templari. La persona, spiega l’informativa, è stata rapita a Patzcuaro da uomini armati che viaggiavano a bordo di due pickup.

Secondo un portavoce, l’ufficio del procuratore generale non è per ora a conoscenza del documento. La direttrice esecutiva di Propuesta Civica, Pilar Talavera, spiega che l’elenco non contiene abbastanza informazioni per determinare quanti rapimenti siano effettivamente legati alla guerra del narcotraffico. E aggiunge che il rapporto ha delle incongruenze che fanno pensare che i dispersi in realtà siano molti di più. Per esempio, nello Stato della Baja California, dove si trova la città di Tijuana, risultano disperse solo 15 persone, anche se sono centinaia le vittime della guerra della droga. In questo Stato, inoltre, nel 2009 l’esercito ha arrestato un uomo che aveva confessato di aver sciolto nell’acido almeno 300 persone nel giro di dieci anni.

Città del Messico, con 7.137 persone nella lista, è il luogo dove risultano più dispersi, ma la capitale è una delle città meno colpite dalle violenze legate alla guerra tra cartelli. Nonostante le incongruenze, l’organizzazione ha deciso di pubblicare la lista per far pressione sul governo affinché diffonda informazioni sui dispersi. “Il database – spiega Talavera – è una delle poche fonti di informazione a cui la società civile ha accesso per iniziare a capire la vera vastità della violenza in Messico negli ultimi sei anni”. Finora le stime sulle persone scomparse sono varie. Secondo la Commissione nazionale per i diritti umani, tra il 2000 e il 2012, i dispersi sarebbero 24mila. Quasi 16mila sono i corpi ritrovati negli anni e mai identificati.

L’America latina ha una lunga storia di scomparse, legate però principalmente alle dittature e alle guerre civili che hanno insanguinato il continente nel XX secolo. In Cile è stata accertata la scomparsa di almeno 1.200 persone durante la dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990). Durante il regime militare in Argentina (1976-1983) furono oltre 30mila i desaparecidos. In Colombia, le ong e le autorità parlano di almeno 50mila scomparsi durante i quarant’anni di violenze interne.

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