Doha (Qatar), 28 nov. (LaPresse/AP) – Nonostante il raffreddamento causato dal fenomeno atmosferico La Nina, il 2012 sarà probabilmente uno degli anni più caldi mai registrati nella storia, con zone del mondo che hanno vissuto periodi di gran caldo e con i ghiacci del Polo nord alla loro minima estensione. È quanto rivelato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) alla conferenza sul clima di Doha, in Qatar. “Il ritmo allarmante” a cui si scioglie l’Artico, ha avvertito l’agenzia delle Nazioni unite, mette in evidenza i cambiamenti causati dal riscaldamento globale.
Nella sua analisi fornita alla conferenza, il Wmo ha spiegato che le temperature globali si sono alzate dopo l’iniziale raffreddamento portato da La Nina, creando ondate di caldo violente negli Stati Uniti e in Europa. Negli Usa, in particolare, le temperature da gennaio a ottobre 2012 sono state le più alte di sempre. L’attività ciclonica globale è stata normale, ma oltre la media nell’oceano Atlantico, dove si sono formate dieci tempeste, fra cui Sandy, che si sono poi trasformate in uragani. Sandy non è stato tuttavia l’uragano più intenso, nonostante i danni causati sulla costa est statunitense. Il tifone Sanba, che si è abbattuto su Filippine, Giappone e penisola coreana, ha infatti “scaricato piogge torrenziali e provocato inondazioni e frane che hanno colpito migliaia di persone e causato milioni di dollari di danni”.
Alla conferenza di Doha partecipano i delegati di quasi 200 Paesi, che stanno lavorando a misure per rallentare i cambiamenti climatici, fra cui il taglio delle emissioni dei gas serra che secondo gli scienziati stanno riscaldando il pianeta, sciogliendo le calotte polari, alzando i livelli marini e cambiando gli andamenti delle precipitazioni con i relativi impatti su alluvioni e siccità. “Il clima sta cambiando di fronte ai nostri occhi, e continuerà ad andare così, a causa della concentrazione dei gas serra nell’atmosfera, aumentati costantemente e ormai a nuovi livelli record”, ha detto il segretario generale del Wmo, Michel Jarraud.
L’incremento dei gas serra è stato anche favorito dalla discordanza fra i Paesi ricchi e quelli poveri su chi debba fare cosa per cambiare la situazione. Questi litigi hanno rallentato i colloqui Onu che da vent’anni cercano di risolvere i problemi. Nonostante tutti gli eventi climatici avvenuti nel 2012, la peggiore preoccupazione dei climatologi resta la diminuzione dei ghiacci al polo nord, ridotti al livello minimo dall’inizio delle rilevazioni nel 1979. La superficie ghiacciata misurata a settembre era infatti di 3,41 milioni di chilometri quadrati, il 18% in meno rispetto al precedente livello minimo registrato, nel 2007. I modelli matematici elaborati prevedono che l’Artico potrebbe restare completamente senza ghiaccio nell’estate del 2050, e gli esperti aggiungono che al ritmo attuale i ghiacci si stanno sciogliendo più rapidamente di quanto i computer possano prevedere.
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