Il Cairo (Egitto), 27 nov. (LaPresse/AP) – Oltre 200mila persone hanno riempito piazza Tahrir al Cairo per protestare contro i nuovi poteri assunti dal presidente Mohammed Morsi. I dimostranti hanno scandito slogan contro il leader islamico chiedendo la revoca dei decreti con cui ha ampliato la propria autorità, ponendosi al di sopra della legge. Scontri tra centinaia di giovani manifestanti e polizia sono scoppiati ancor prima che la grande folla riempisse la piazza simbolo della rivoluzione che l’anno scorso rovesciò Hosni Mubarak. Un fotografo che lavora per Associated Press, Ahmed Gomaa, è stato picchiato dalle forze di sicurezza con i manganelli. Gli agenti gli hanno sottratto l’attrezzatura e Gomaa è stato portato in ospedale per essere curato. Intanto gli organizzatori della protesta hanno fatto appello a partecipare a una nuova marcia venerdì.

LA MANIFESTAZIONE AL CAIRO. Sventolando bandiere nazionali, il corteo ha marciato nella capitale egiziana per poi fermarsi in piazza Tahrir. L’iniziale opposizione ai decreti presidenziali di Morsi, emessi la settimana scorsa, è poi sfociata in proteste più ampie che esprimono la rabbia popolare al governo del presidente islamico e dei Fratelli musulmani. Poco dopo il tramonto, i manifestanti in piazza erano oltre 200mila, mentre altre migliaia marciavano verso il centro delle proteste del 2011. Il numero dei partecipanti è paragonabile alle rivolte giornaliere della rivoluzione egiziana dei 18 giorni. A ricordo dell’enfasi che accendeva il popolo contro il regime di Mubarak, la folla ha anche scandito slogan tipici della Primavera araba, come: ‘Il popolo vuole far cadere il regime’ ed ‘erhal, erhal’, cioè ‘vattene, vattene’ in arabo. “All’improvviso Morsi emette leggi e diventa un sovrano assoluto, concentrando tutti i poteri nelle sue mani”, spiega una manifestante di 31 anni, Mona Sadek, laureata in ingegneria. “La nostra rivolta contro i decreti – conclude – è diventata anche una protesta contro i Fratelli musulmani”.

A MAHALLA EL-KOBRA 100 FERITI. Manifestazioni contro Morsi si sono tenute anche in altre città. A Mahalla el-Kobra, sul delta del Nilo, lavoratori e attivisti hanno provato ad assalire il quartier generale del partito legato ai Fratelli musulmani, ma sono stati bloccati da membri del gruppo che hanno formato una catena umana attorno all’edificio. Le due parti si sono scontrate, con lanci reciproci di pietre e bombe incendiarie, mentre la polizia ha tirato gas lacrimogeni. Secondo fonti della sicurezza, almeno cento persone sono rimaste ferite.

CORTEI IN ALTRE CITTA’. Ad Alessandria circa 15mila dimostranti si sono radunati fuori dal principale tribunale, nel centro della città. Alcune ore più tardi, migliaia di sostenitori del presidente sono arrivati nella stessa zona, e tra i due gruppi sono scoppiati tafferugli. Inoltre, nella città sulla costa mediterranea, gli oppositori del presidente hanno fatto irruzione nell’ufficio locale dei Fratelli musulmani, gettando mobili dalle finestre e cercando invano di appiccare un incendio. I dimostranti hanno dato fuoco agli uffici del gruppo nella città di Mansoura. Cinquemila persone hanno invece manifestato ad Assiut, nel sud del Paese, a sostegno dei decreti. Al Cairo i Fratelli musulmani avevano cancellato le marce in programma per oggi per “allentare la tensione”, dopo una serie di scontri con gli oppositori scoppiati dopo l’emissione delle misure contestate. I sostenitori del capo di Stato riferiscono che da venerdì della scorsa settimana decine di loro uffici sono stati saccheggiati o incendiati.

AMR MOUSSA: NECESSARIA REVISIONE DECRETI. La protesta di oggi contro i decreti emessi da Morsi, ha commentato l’ex leader della Lega araba ed ex candidato alla presidenza dell’Egitto Amr Moussa, mostra “dove si pongono le forze politiche della nazione rispetto alla dichiarazione costituzionale”. “La saggezza – ha aggiunto Moussa, intervistato dall’emittente privata Cbc Tv – impone una revisione della dichiarazione”.

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