Santa Rosa de Osos (Colombia), 9 nov. (LaPresse/AP) – Si sono tenuti oggi i funerali di dieci contadini (nove uomini e una donna) uccisi da una banda di paramilitari narcotrafficanti in Colombia. Il massacro, che si è consumato mercoledì, è uno dei peggiori degli ultimi anni del Paese latinoamericano. Le esequie si sono tenute nella cattedrale di Santa Rosa de Osos, a circa 275 chilometri a nordest della capitale Bogotà. Secondo quanto riferiscono le autorità, gli uomini armati, membri del gruppo noto come ‘Los Rastrojos’, hanno condotto l’attacco alla fattoria ‘Espana’, quando i contadini avevano appena terminato la giornata di lavoro. Dopo aver provato un’estorsione nei loro confronti, hanno aperto il fuoco e hanno lanciato una granata nella loro direzione.
“Non avevamo mai visto un massacro come questo”, ha commentato il 56enne William Alvarez, coltivatore di caffè che conosceva quattro delle vittime. “Erano persone dignitose, grandi lavoratori”, ha aggiunto. Oggi, il presidente Juan Manuel Santos, ha promesso di perseguire i responsabili della strage. “Il nostro compito – ha scritto in un messaggio su Twitter – è inseguire i criminali di Santa Rosa de Osos”. E poi: “Il ministero della Difesa è già nella zona e abbiamo gli assassini nel nostro bersaglio”. La processione funebre di oggi è stata guidata da Sergio Fajardo, governatore dello Stato di Antioquia, visibilmente commosso mentre entrava nella cattedrale per la cerimonia a cui hanno preso parte oltre 500 persone. Molte altre si sono radunate nella principale piazza della città, dove ieri 150 contadini si erano ritrovati per cercare rifugio, nel timore di un nuovo attacco.
Quello di Santa Rosa de Osos è stato il maggiore massacro avvenuto in Colombia dall’agosto 2009, quando dodici membri della tribù indigena Awa vennero uccisi nello Stato sudoccidentale di Narino. All’epoca, un procuratore che indagò sul caso sostenne che gli omicidi furono commessi proprio da Los Rastrojos. Il gruppo è un ramo violento del cartello Norte del Valle, coinvolto in azioni di narcotraffico, estorsione e omicidio, e in lotta con altre bande criminali sorte da milizie paramilitari di estrema destra. Secondo la polizia locale, la banda, che si suppone conti su centinaia di membri, opera sulla costa colombiana che si affaccia sul Pacifico, oltre che sul confine con il Venezuela. La scorsa settimana, alcuni leader del gruppo sono stati catturati nell’area e gli ufficiali sostengono che la banda sia responsabile anche dell’ultimo massacro.
Attualmente, spiega il capo della polizia di Antioquia, il generale David Guzman, 120 agenti e soldati stanno pattugliando la città. I contadini, spiega Guzman, “sono spaventati. Chi non lo sarebbe con un massacro del genere?”. Pur confermando che sono in corso le indagini, il generale non ha voluto fornire dettagli. Le autorità hanno offerto una ricompensa equivalente a 275mila dollari a chi darà informazioni su dove si trovino a killer. Sembra, tra l’altro, che il proprietario della fattoria sia stato vittima di estorsione da parte del gruppo paramilitare. Dall’inizio dell’anno, le autorità colombiane hanno già arrestato 2.600 estorsori, secondo quanto riferisce un’unità della polizia che si occupa di contrastare i rapimenti. Il 60% degli arrestati sono criminali comuni, gli altri appartengono invece a gruppi di guerriglieri e a bande della criminalità organizzata.
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