New York (New York, Usa), 11 ott. (LaPresse/AP) – E se il premio Nobel fosse una questione di cioccolato? Non è la trovata di un giornaletto satirico o di un comico fantasioso, ma un’ipotesi comparsa sulla rivista medica New England Journal of medicine, che ha pubblicato online i risultati di uno studio interessante. L’autore della ricerca, il medico Franz Messerli della Columbia university di New York, lega appunto il consumo di cioccolato ai vincitori del prestigioso riconoscimento. Secondo lo studio, i Paesi in cui sono stati vinti più Nobel sono anche quelli in cui si mangiano più barrette di fondente o al latte. Questo dimostra qualcosa che già si conosceva, ovvero che una prelibatezza zuccherata può rafforzare il potere del cervello. Le sostanze contenute nel tè verde, nel vino rosso e, appunto, nel cioccolato, possono aiutare “a rallentare o addirittura invertire” il declino mentale legato all’età, sottolinea Messerli.

Entrando nel vivo della ricerca, l’esperto spiega di aver esaminato il consumo pro capite del cioccolato e il numero di Nobel vinti dai singoli Paesi. Usando i dati dei più grandi produttori dell’alimento in 23 nazioni, il medico afferma di aver scoperto “una correlazione sorprendentemente forte”. In testa naturalmente la Svizzera, che in proporzione al numero di abitanti è prima per consumo di cioccolata e anche per premi Nobel assegnati. Gli Stati Uniti sono a metà classifica con Olanda, Irlanda, Francia, Belgio e Germania, mentre al fondo appaiono Cina, Giappone e Brasile. Messerli spiega che probabilmente il cioccolato non ci rende più intelligenti, ma sono piuttosto le persone con cervelli più sviluppati a comprendere i benefici di barrette e praline e a farne scorpacciate per questo motivo.

Sven Lidin, presidente della Commissione per il Nobel per la Chimica vinto ieri dagli statunitensi Robert Lefkowitz e Brian Kobilka, non conosceva la ricerca quando il premio è stato assegnato, ma dopo averne sentito parlare ha reagito con una risata. “Non credo che ci siano cause ed effetti diretti”, ha affermato. “La prima cosa che vorrei sapere – ha scherzato – è come il consumo di cioccolato si lega al Prodotto interno lordo di un Paese”. L’autore dello studio ha anche suggerito la “dose” minima di cioccolato necessaria a produrre un potenziale vincitore del Nobel: circa 400 grammi per persona all’anno, pari a nove tavolette. Messerli confida poi di fare già la sua parte con la speranza di aggiudicarselo davvero, il premio. Il medico statunitense mangia infatti ogni giorno un po’ di cioccolato, soprattutto il fondente della svizzera Lindt. – Twitter @maitri85

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