Oslo (Norvegia), 23 ago. (LaPresse/AP) – Chi si aspetta che Anders Behring Breivik trascorrerà il resto dei suoi giorni in una cella minuscola, resterà deluso qualunque sarà la sentenza del processo all’autore della duplice strage di Oslo e Utoya del 22 luglio 2011, il giorno più buio della storia della Norvegia. Se questo venerdì sarà dichiarato non sano di mente, l’estremista di destra sarà l’unico paziente di una struttura psichiatrica costruita apposta per lui, dove 17 persone saranno impegnate a curarlo. Se invece sarà ritenuto sano, resterà inizialmente in isolamento nella prigione di massima sicurezza dove è detenuto, il carcere Ila di Oslo. Al momento Breivik, che si è dichiarato colpevole dell’omicidio di 77 persone, ha a disposizione tre celle di 8 metri quadri ciascuna: una camera da letto, una stanza con attrezzi per la ginnastica e uno studio.

L’obiettivo delle autorità carcerarie di Ila è riuscire a trasferire Breivik in una sezione della struttura con altri detenuti, che hanno accesso a una scuola e a diverse attività. Nell’istituto è possibile seguire lezioni dal livello di istruzione elementare fino a corsi universitari. Mentre i prigionieri possono andare in biblioteca e in palestra, oltre a lavorare nei diversi negozi del carcere e partecipare ad altre attività ricreative. “Mi piace metterla in questo modo: è un essere umano e ha dei diritti. Il punto è creare un regime di prigionia umano”, spiega Ellen Bjercke, portavoce della struttura detentiva Ila.

Essendo la colpevolezza di Breivik certa, la questione chiave del processo è il suo stato mentale al momento degli attacchi. Se sarà considerato sano, il 33enne rischia 21 anni di carcere, ma il periodo detentivo potrebbe essere prolungato se l’uomo sarà ritenuto un pericolo per la società. Se invece la giuria lo dichiarerà malato di mente, verrà appunto internato nel centro psichiatrico, dove sarà costretto a ricevere cure. Le due perizie sullo stato mentale di Breivik, compilate da esperti, hanno raggiunto conclusioni opposte. Nel primo rapporto, l’estremista è definito non responsabile delle proprie azioni perché incapace di intendere e volere al momento del massacro. Dopo una serie di critiche, il tribunale di Oslo ha ordinato una seconda perizia, che lo giudica invece sano di mente ma con disturbi della personalità.

Breivik ha ammesso gli omicidi, ma nega ogni responsabilità penale, sostenendo di aver salvato la Norvegia dall’invasione islamica. Il 33enne insiste nel dichiararsi sano e nel rifiutare l’idea di essere internato in un centro psichiatrico. Se sarà dichiarato colpevole, e quindi sano, ha annunciato che non presenterà appello. Qualunque sia il verdetto, Breivik ha dimostrato di essere molto pericoloso e, secondo diversi esperti legali, non riuscirà comunque a tornare il libertà fino a quando non sarà vecchio, sempre se uscirà.

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