Londra (Regno Unito), 19 ago. (LaPresse/AP) – “Chiedo al presidente Obama di fare la cosa giusta, gli Stati Uniti devono rinunciare alla loro caccia alle streghe contro Wikileaks”. E’ l’appello lanciato dal leader di Wikileaks Julian Assange, che ha parlato dal balcone dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove ha trovato rifugio ma dalla quale non può uscire. Il Paese infatti gli ha concesso l’asilo politico ma se mettesse piede fuori dalla sede diplomatica sarebbe arrestato dalle autorità inglesi, che lo consegnerebbero alla Svezia, che ne ha chiesto l’estradizione per via delle accuse di abusi sessuali. E il timore di Assange, apparentemente suffragato da alcuni documenti diffusi a febbraio dalla stessa Wikileaks, è che Stoccolma lo consegnerebbe agli Usa. Nel corso di un discorso accolto con un tifo da stadio dai suoi sostenitori, che si sono riuniti nella strada antistante l’ambasciata, Assange ha ringraziato l’Ecuador e i Paesi sudamericani per l’appoggio, nonché “i popoli” di Usa, Regno Unito, Svezia e Australia.

“Ringrazio Correa – ha detto Assange, riferendosi al presidente dell’Ecuador Rafael Correa – che ha applicato la costituzione ecuadoregna nel rispetto dei diritti dell’uomo e dell’universalità. L’Ecuador ha rispettato i diritti umani”. “Bisogna – ha spiegato, rivolgedosi alla folla, uscire da questo momento di oscurità. Gli Usa devono tornare indietro sulle loro decisioni e devono capire che non devono perseguirmi, non devono perseguire la democrazia”. “Le accuse” contro di lui, ha aggiunto, “rappresentano un errore”, perché lui è “una persona che sta cercando di dire la verità”. “Dobbiamo usare questo momento – ha continuato Assange – per garantire la scelta che devono adottare Regno Unito e Stati Uniti di riaffermare i grandi valori della libertà e della democrazia”.

Assange ha fatto appello agli Usa anche perché liberino Bradley Manning, il soldato americano accusato di tradimento per aver passato dei documenti segreti a Wikileaks. “Venerdì c’è una riunione a Washington per esaminare questa situazione” e “vorrei ringraziare Brasile, Argentina, Bolivia, Colombia, Salvador, Honduras, Messico, Nicaragua, Perù, Venezuela e tutti gli altri governi del Sudamerica perché mi hanno appoggiato molto”, ha proseguito Assange, commentando la riunione dei ministri degli Esteri dell’Organizzazione degli Stati americani, convocata per trovare “un accordo sulle misure da adottare riguardo all’inviolabilità della sede diplomatica dell’Ecuador nel Regno Unito”, che si svolgerà venerdì 24 agosto a Washington, sede dell’organizzazione.

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