Damasco (Siria), 15 ago. (LaPresse/AP) – Mentre sono in corso scontri in tutta la Siria, l’emittente televisiva di Stato di Damasco questa mattina ha riferito che una bomba è esplosa vicino a una autocisterna carica di carburante fuori dall’hotel Dama Rose della capitale, in cui sono ospiti gli osservatori Onu. Tre persone sono rimaste ferite, nessuna delle quali dell’Onu.
L’ordigno era stato applicato all’autocisterna, ha precisato la televisione di Stato. Divergenze invece sul luogo dell’esplosione. Secondo un reporter di Associated Press recatosi sul posto, la bomba è scoppiata nel parcheggio appartenente a un complesso militare vicino all’hotel. Secondo l’emittente, invece, l’esplosione si è verificata vicino a un parcheggio usato dall’esercito.
L’edificio dell’albergo è stato danneggiato, così come un altro palazzo vicino. “Chi porta avanti questi attacchi terroristici sta distruggendo il proprio Paese solo per qualche soldo”, ha urlato un residente dell’area, Ali Mohammed Ismail, che si trovava vicino al luogo dell’esplosione.
Il fatto che nessun membro dello staff Onu sia rimasto ferito è stato confermato dal viceministro degli Esteri siriano, Faisal Mekdad, che dopo la deflagrazione ha visitato la zona. “E’ un atto criminale che dimostra quali attacchi sta subendo la Siria”, ha dichiarato Mekdad. “Queste esplosioni non sconfiggeranno la Siria”, ha sottolineato, aggiungendo che le autorità “faranno tutto il possibile per garantire la protezione dello staff Onu in modo che possa portare avanti il proprio compito”.
Intanto, in tutto il Paese proseguono gli scontri tra forze governative e dell’opposizione. Combattimenti sono in corso a Manbij, a est di Aleppo, dove i ribelli cercando di riprendere il controllo di una diga sul fiume Eufrate. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che i soldati fedeli al presidente Bashar Assad stanno facendo uso di elicotteri da guerra per bombardare l’area. I Comitati di coordinamento locali, gruppo che aiuta a monitorare e organizzare le proteste antigovernative in Siria, riferiscono di combattimenti a Deir el-Zour, Idlib, Daraa e in alcuni sobborghi di Damasco. Altre violenze sono scoppiate vicino al valico di frontiera con la Turchia preso il mese scorso dai ribelli. Un ufficiale di Reyhanli, città turca al confine, rende noto che il suono di spari è proseguito durante la notte, ma la situazione sembra essersi calmata questa mattina.
A Damasco, i soldati fedeli ad Assad si sono scontrati con i ribelli vicino alla sede del governo e all’ambasciata iraniana. L’Osservatorio ha precisato di non avere ricevuto notizie di vittime. Un attivista residente nell’area, Maath al-Shami, spiega che alte colonne di fumo si sono alzate vicino a un edificio dell’ambasciata di Teheran in costruzione. L’attuale sede diplomatica dell’Iran, ha proseguito l’attivista, si trova comunque nei paraggi. “Abbiamo sentito spari ed esplosioni per diverso tempo”, ha concluso al-Shamir.