Il Cairo (Egitto), 10 ago. (LaPresse/AP) – L’esercito israeliano entra nel Sinai in Egitto per intercettare i migranti africani, consegnarli alla sicurezza egiziana e impedire loro di entrare nel Paese. È la denuncia di un rapporto di Amnesty International pubblicato oggi. Se fosse provato, si tratterebbe di un tentativo di aggirare la legge internazionale, che impedisce il rimpatrio di richiedenti se comporta rischi. Israele sostiene che la gran parte dei migranti cerchi lavoro e non asilo, quindi il suo esercito ritiene di agire nel rispetto della legge. Amnesty ha anche denunciato che Israele ha impedito la divulgazione del documento entro i suoi confini.
Il rapporto, pubblicato assieme ad altri gruppi israeliani per i diritti, come Linea diretta per i lavoratori migranti e Associazione per i diritti civili, afferma che i soldati di Israele siano entrati per molte centinaia di metri nel territorio egiziano per catturare migranti e consegnarli alla polizia dell’Egitto. Il documento include la testimonianza di un soldato israeliano e di numerosi migranti i cui parenti sono stati portati dagli israeliani nel territorio egiziano.
Un alto ufficiale dell’esercito egiziano ha smentito l’ingresso dei militari israeliani nei confini del suo Paese, parlando con la condizione dell’anonimato perché non autorizzato a riferire ai media. L’ufficio del portavoce dell’esercito israeliano non ha nè smentito nè confermato il rapporto, rispettando le politiche dell’esercito, ma ha commentato: “In linea con il protocollo, l’attività militare israeliana avviene all’interno di Israele”.
Ha aggiunto che le forze del Paese stanno lavorando per “evitare l’infiltrazione sia di elementi terroristici ostili sia di contrabbando”. Precisa ancora che i soldati israeliani hanno più volte fermato e trattenuto gruppi di persone, “fino all’arrivo delle forze egiziane che hanno prelevato gli infiltrati”, senza però precisare dove questo sia avvenuto.
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