Ashkelon (Israele), 1 ago. (LaPresse/AP) – L’Iran deve negoziare limiti accettabili al suo programma nucleare, oppure potrebbe dover affrontare azioni militari da parte degli Usa. Lo ha dichiarato oggi il segretario alla Difesa Usa Leon Panetta, parlando fuori dalla città israeliana di Ashkelon, dove ha incontrato l’omologo Ehud Barak, davanti al sistema di difesa antimissile ‘Iron dome’. Il capo del Pentagono ha ripetuto più volte che nel caso in cui le soluzioni diplomatiche e le sanzioni fallissero con l’Iran, sul tavolo sono presenti “tutte le opzioni”, inclusa quella militare. Panetta ha comunque aggiunto di sperare ancora che Teheran possa vedere il negoziato come metodo migliore per uscire dalla crisi. Tuttavia, ha aggiunto, “se continuerà il programma e procederà sulla via dell’armamento abbiamo opzioni che siamo pronti a mettere in pratica per assicurarci che ciò non accada”.
Dal canto suo, Barak ha detto di vedere probabilità “estremamente basse” che le sanzioni possano spingere l’Iran ad abbandonare le sue attività nucleari. Israele, ha aggiunto il ministro, “ha qualcosa da perdere” mentre attende che le sanzioni e la diplomazia seguano il loro corso, poiché Teheran continua ad accumulare uranio arricchito, ingrediente principale per una bomba atomica. L’Iran ha sempre ribadito che il proprio lavoro sul nucleare è rivolto a usi civili, ma Israele sospetta il contrario. Gli Usa hanno sconsigliato allo Stato ebraico dal prendere posizioni unilaterali come un attacco preventivo, ma tengono comunque aperte tutte le possibilità.
“I legami militari fra Israele e Stati Uniti – ha proseguito Barak, salutando Panetta al quartier generale della Difesa – sono più forti e stretti che mai e il merito di tutto ciò va a te, Leon”. Il segretario ha risposto a tono: “Siamo amici, siamo partner, abbiamo probabilmente, come ha detto il mio collega Barak, le migliori relazioni di sempre in ambito difensivo. Ciò che stiamo facendo, lavorando insieme, è indice non solo della nostra amicizia ma anche della nostra alleanza per lavorare in modo congiunto per preservare la pace in futuro”.
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