Quito (Ecuador), 31 lug. (LaPresse/AP) – L’Ecuador sta facendo “tutto il possibile per proteggere la vita di Julian Assange”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri di Quito, Ricardo Patino. Il fondatore di Wikileaks si trova dal 19 giugno nell’ambasciata ecuadoriana a Londra, dopo aver chiesto asilo a Quito per evitare l’estradizione in Svezia, dove è ricercato per essere interrogato in relazione alle accuse di molestie sessuali avanzate da due donne.
Assange respinge le accuse e sostiene che l’estradizione potrebbe essere il primo passo verso il suo trasferimento negli Stati Uniti, dove teme di essere incriminato per la diffusione di circa 250mila documenti segreti del governo di Washington, per cui potrebbe rischiare la pena di morte. “Per questa ragione siamo impegnati in un dialogo con la Svezia e con la Gran Bretagna, prima di parlare con gli Usa”, ha detto il ministro Patino.
Gli ufficiali del suo Paese, secondo quanto riferito dal Guardian la scorsa settimana citando fonti anonime, stanno consultando i due Paesi per assicurarsi che non permettano l’estradizione di Assange negli Usa. Patino non ha confermato, ma ha fatto eco alla preoccupazione espressa dalla madre di Assange per le eventuali conseguenze di un trasferimento negli Stati Uniti. “Abbiamo ricevuto informazioni di tortura subita da cittadini australiani nella base di Guantanamo, così come di cittadini americani, e di un possibile processo che un grand jury della Virginia starebbe preparando contro Julian Assange”, ha detto ai giornalisti dopo aver incontrato la madre di Assange, anche lei a Quito.
Ieri la donna, Christine Assange, ha lanciato l’allarme per lo stato di salute del figlio, che sarebbe sotto “stress psicologico estremo”, non potrebbe muoversi o fare esercizio fisico e non vedrebbe la luce del sole dal giorno dell’ingresso nell’ambasciata, quasi un mese e mezzo fa.
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