Berlino (Germania), 5 lug. (LaPresse/AP) – Lo scandalo relativo al gruppo neo-nazista Nsu è stata “una seria sconfitta per i servizi di sicurezza tedeschi”. Lo ha detto Heinz Fromm, ex capo dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione, l’agenzia di intelligence interna tedesca, che ha testimoniato oggi davanti alla commissione parlamentare che si occupa del caso. Fromm, che si è dimesso in seguito allo scandalo, ha ammesso che il suo ufficio ha commesso alcuni errori che hanno permesso al gruppo neo-nazista di operare per diversi anni impunemente portando a termine una serie di crimini divenuti noti come ‘omicidi del Kebab’, tra il 2000 e il 2007.
Fromm ha quindi ammesso gravi lacune nelle indagini. L’Nsu (Nationalsozialistischer Untergrund), è sospettata dell’uccisione di otto uomini turchi e un greco tra il 2000 e il 2006, e di una donna poliziotto nel 2007, in diverse parti della Germania. Per anni le autorità hanno sospettato che si trattasse di crimine organizzato piuttosto che di violenza razzista. Oggi Fromm ha affermato che le informazioni in merito non sono state condivise in modo soddisfacente tra uffici statali e federali della sua agenzia. “Dieci esecuzioni di persone insospettabili e senza difese in un periodo di sette anni sono una cosa senza precedenti”, ha aggiunto.
Dopo la lunga serie di omicidi, alla fine è stata la polizia, e non l’intelligence, a rivelare l’esistenza del gruppo. Dopo un fallito tentativo di rapina in banca nella città di Eisenach, a novembre scorso, la polizia ha inseguito i sospetti fondatori del gruppo, Uwe Boehnhardt e Uwe Mundlos, fino a una casa mobile, in fiamme all’arrivo delle autorità. Entrambi sono stati trovati senza vita in un apparente caso di omicidio-suicidio. Beate Zschaepe, altra componente del gruppo, si è consegnata e rimane in custodia in attesa di processo. Nella casa data alle fiamme la polizia ha rinvenuto la pistola di ordinanza della poliziotta uccisa nel 2007, quindi ha trovato l’arma usata per gli altri omicidi in un altro appartamento usato dal gruppo, a sua volta dato alle fiamme. Gli investigatori hanno anche rinvenuto copie di video di propaganda.
La scorsa settimana, le rivelazioni secondo cui un ufficiale dell’agenzia di intelligence federale distrusse alcuni documenti poco dopo la scoperta del gruppo hanno creato ulteriore imbarazzo sul caso. Sul perché di questa decisione, Fromm ha detto di “non avere una spiegazione convincente da dare”. Prima dell’ex capo dell’intelligence, la commissione aveva interrogato a porte chiuse l’ufficiale responsabile della distruzione dei sette file, in cui si documentavano gli sforzi per reclutare informatori in un’altra organizzazione di estrema destra di cui i presunti membri dell’Nsu una volta avevano fatto parte. L’uomo, identificato solo come ‘M’ ha invocato il diritto al silenzio.
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