Haifa (Israele), 29 giu. (LaPresse/AP) – Si è tenuto per la prima volta in Israele un concorso di bellezza a cui hanno partecipato donne sopravvissute all’Olocausto. L’evento, descritto dagli organizzatori come una celebrazione della vita, ha suscitato molte controversie nel Paese, in cui vivono quasi 200mila persone segnate dalle tragiche esperienze della seconda guerra mondiale. Secondo alcuni, giudicare donne che hanno sofferto così tanto in base al loro aspetto fisico è inappropriato e perfino offensivo. “Per me suona come una cosa completamente macabra”, ha affermato Colette Avital, presidente di un gruppo israeliano che rappresenta i sopravvissuti all’Olocausto. L’organizzatore Shimon Sabag ha respinto le critiche, affermando che le vincitrici sono state selezionate in base alle loro storie personali di sopravvivenza e della vita dopo la guerra, mentre la bellezza fisica è stata solo un piccolo elemento della competizione.
“Stanno bene insieme, si sono divertite e ridevano durante le prove”, ha detto Sabag. “Il fatto – ha aggiunto – che così tante persone hanno voluto partecipare dimostra che è stata una buona idea”. Quasi 300 donne provenienti da tutto il Paese si sono registrate per partecipare al concorso e gli organizzatori hanno selezionato 14 finaliste, che ieri si sono esibite durante una cerimonia ufficiale a Haifa. All’evento hanno partecipato circa 600 persone, tra cui due ministri del governo israeliano, Moshe Kahlon e Yossi Peled, lui stesso sopravvissuto all’Olocausto. Le partecipanti hanno tra i 74 e i 79 anni.
“Ho il privilegio di mostrare al mondo che Hitler voleva sterminarci e invece noi siamo vivi, ci godiamo la vita”, ha detto una delle finaliste, la 74enne Esther Libber, che da bambina fuggì dalla sua casa in Polonia, si nascose in un bosco e fu salvata da una donna polacca. Tutti i membri della sua famiglia furono uccisi. La vincitrice del concorso, la 79enne Hava Hershkovitz, è stata selezionata da una giuria composta da tre ex reginette di bellezza e uno psichiatra geriatrico specializzato nel trattamento dei sopravvissuti all’Olocausto. La Hershkovitz fu cacciata via dalla sua casa in Romania nel 1941 e passò tre anni in un campo di detenzione sovietico. “Sono molto orgogliosa di lei perché è la più bella donna in questa sala”, ha commentato la nipote, Keren Hazan.
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