Nuova Delhi (India), 25 mag. (LaPresse/AP) – Il governo dell’India sta valutando la possibilità di affidare alla società Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit (Giz, Società tedesca per la cooperazione internazionale) il compito di smaltire i rifiuti tossici dalla fabbrica di pesticidi di Bhopal. Una fuoriuscita di gas chimici dallo stabilimento causò nel 1984 la morte di circa 15mila persone. Tra il 1969 e il 1984 la Union Carbide, gestore dell’impianto, scaricò circa 350 tonnellate di rifiuti in fosse che, secondo attivisti, stanno rilasciando tossine nelle acque sotterranee. Praveer Krishna, un funzionario dello Stato di Madhya Pradesh, ha riferito che la decisione definitiva delle autorità circa il piano di smaltimento in Germania è attesa per l’8 giugno. Attivisti coinvolti nelle discussioni sul piano hanno riferito che secondo la proposta iniziale l’India dovrebbero pagare 9 milioni di euro per lo smaltimento. Il governo di Nuova Delhi cercherà poi di recuperare i soldi da Dow Chemical, che acquistò la Union Carbide nel 2001.
“L’India non ha le strutture necessarie per incenerire i rifiuti in una maniera sicura”, ha detto l’attivista Rachna Dhingra, aggiungendo che cercare di risolvere il problema all’interno del Paese significherebbe “avvelenare moltissime persone”. I gruppi per i diritti delle vittime del disastro di Bhopal chiedono intanto risarcimenti maggiori agli 8,1 miliardi di dollari pagati alle oltre 500mila persone esposte alla fuoriuscita del gas. Attivisti hanno inoltre chiesto agli organizzatori delle Olimpiadi di Londra di escludere Dow Chemical dalla lista degli sponsor, ma la richiesta è stata respinta. Dow sostiene di non avere alcuna responsabilità per l’incidente e che tutti i contenziosi legali in India siano stati risolti.
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