Canberra (Australia), 23 apr. (LaPresse/AP) – Una nuova crisi di governo è in corso in Australia, dove ieri lo speaker del Parlamento, Peter Slipper, si è dimesso in seguito alle accuse di frode e molestie sessuali. L’opposizione ha subito chiesto ai deputati indipendenti Tony Windsor e Rob Oakeshott di ritirare il sostegno per il governo, ma i due hanno confermato l’appoggio per l’esecutivo del primo ministro Julia Gillard. Sia Oakeshott che Windsor hanno affermato che il caso di Slipper non ha cambiato niente nel loro accordo con il governo del partito laburista. Un ex collaboratore, James Ashby, ha sostenuto che Slipper lo avesse ingaggiato soltanto con la speranza di rapporti omosessuali. Il 33enne ha inoltre accusato l’ormai ex speaker del Parlamento di aver usato in una maniera impropria fondi pubblici destinati a spese relative ai taxi. Il 62enne Slipper, sposato e con due figli, ha respinto le accuse. Oltre a Windsor e Oakeshott il governo può contare sul sostegno di un deputato del partito dei Verdi australiani: la maggioranza è infatti tenuta in piedi grazie ai voti di questi tre parlamentari. Affihché l’opposizione possa far cadere il governo in un voto di sfiducia almeno due dei tre dovranno ritirare il loro sostegno all’esecutivo durante la prossima seduta del 8 maggio. Per passare, il voto di sfiducia deve essere appoggiato da almeno 76 dei 150 parlamentari.
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