Il Cairo (Egitto), 15 mar. (LaPresse/AP) – Settantacinque persone sono state incriminate per omicidio e negligenza per il loro coinvolgimento nelle violenze scoppiate allo stadio di Port Said lo scorso primo febbraio al termine della partita di calcio di campionato fra l’Al-Masry e la Al-Ahly. Tra le persone accusate formalmente ci sono sono anche nove poliziotti e due minori. Tra i membri della polizia, in particolare, anche il maggiore generale Issam Samak, che era a capo della sicurezza di Port Said quando si verificarono gli scontri. Si trattò del peggiore episodio degli ultimi 15 anni di violenza legata al calcio nel mondo; rimasero uccise 74 persone. La vittoria dall’Al-Masry contro la più quotata Al-Ahly per 3-1 provocò un’invasione di campo dei tifosi vincitori, che inseguirono gli avversari. Il giorno dopo sorsero subito polemiche e il dito fu puntato contro la polizia che avrebbe dovuto occuparsi della sicurezza nello stadio.

Un comunicato emesso dalla procura generale egiziana afferma che, dei nove poliziotti coinvolti, sei erano maggiori generali e uno era un colonnello; secondo la procura hanno partecipato agli scontri “assistendo” i tifosi dell’al-Masry. Gli ufficiali, si legge nella nota, sapevano con anticipo che i tifosi di casa intendevano attaccare quelli dell’al-Ahly, ma hanno permesso ai tifosi dell’al-Masry di superare di 3mila unità il numero massimo autorizzato di persone ammesse allo stadio senza fare nulla per evitare che i sostenitori dell’al-Masry attaccassero i rivali. Molti dei tifosi accusati erano criminali noti alle autorità, si legge ancora. “I poliziotti inseriti fra gli accusati non hanno adottato nessuna misura per mantenere la sicurezza, per proteggere vite e proprietà”, afferma la nota.

Le accuse si basano su riprese video degli scontri e sulle confessioni dei sospetti. La nota afferma anche che le uccisioni dei tifosi erano pianificate in anticipo e che i colpevoli erano preparati al massacro, avendo portato con sé coltelli, sassi ed esplosivi. I tifosi delle due squadre hanno una lunga rivalità alle spalle, ma nessuno si aspettava che le violenze potessero evolversi in omicidi. Il comunicato descrive inoltre il modo in cui i tifosi dell’al-Masry hanno ucciso i rivali gettandoli dagli spalti dello stadio e il modo in cui hanno fatto esplodere ordigni in mezzo a loro nel momento in cui erano in trappola in un corridoio che portava all’uscita. Tra gli accusati c’è anche il responsabile delle luci dello stadio di Port Said, fatto che sembra dare credito alle varie testimonianze secondo cui l’illuminazione è saltata pochi minuti prima del fischio finale. Il buio, secondo i testimoni, ha aiutato gli assalitori ad attaccare sapendo che la loro identificazione sarebbe stata impossibile.

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