Ginevra (Svizzera), 13 mar. (LaPresse/AP) – Il chirurgo francese Jacques Beres, cofondatore di Medici senza frontiere e Doctors of the world, ha raccontato di essere stato in Siria entrando clandestinamente e ha definito il bagno di sangue del quale è stato testimone “tra i peggiori che abbia mai visto”.

“È un inferno”, ha detto oggi durante il Summit per i diritti umani e la democrazia di Ginevra Beres, che ha lavorato in zone di guerra come il Vietnam, il Ruanda e l’Iraq. Il medico parigino, che ha 71 anni, è entrato clandestinamente in Siria dal confine con il Libano ed è stato a Homs per due settimane a febbraio, allestendo un ospedale improvvisato in una casa, dove ha operato 89 feriti in 12 giorni. “É un omicidio di massa. È totalmente ingiusto e ingiustificabile”, ha raccontato spiegando che molte delle persone che ha operato erano anziani o bambini. Il medico è riuscito a salvare la maggior parte di loro, ma nove sono morti sul lettino usato per gli interventi. Beres, probabilmente l’unico medico occidentale che abbia lavorato in Siria durante la crisi, racconta che il popolo di Homs, il cuore della ribellione siriana, vive nella disperazione ed è molto grato ai giornalisti che raccontano al mondo le loro tragedie. “Dicono che è bello che pensiamo a loro, ma anche che ciò non porta cibo, né medicine, né armi”, ha detto il medico.

Nuove notizie di violenze arrivano intanto oggi dalla Siria e il segretario generale della Lega araba, Nabil Elaraby, ha affermato che le uccisioni dei civili sono da considerarsi crimini contro l’umanità. Un video amatoriale diffuso da una persona che ha preferito rimanere anonima, intanto, mostra un miliziano filo-governativo impiccato a un albero nella provincia settentrionale di Idlib; voci fuori campo spiegano che l’uomo è stato ucciso dai ribelli del Libero esercito siriano per aver sparato sulla folla durante un funerale.

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