New York (New York, Usa), 12 mar. (LaPresse/AP) – Si tiene oggi alle 9.30 locali (le 13.30 in Italia) il summit del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite sulla primavera araba, che si concentrerà soprattutto sulla Siria, dove violenze e repressione continuano a provocare vittime da quasi un anno. Al vertice partecipano i ministri degli Esteri degli Stati membri, tra cui il segretario di Stato Usa Hillary Clinton e il ministro russo Sergey Lavrov, che intratterranno anche colloqui bilaterali a margine del summit. L’attenzione sui colloqui privati sarà alta a causa delle forti differenze tra Washington e Mosca sull’approccio al conflitto siriano. La Russia ha posto il veto a due risoluzioni del Consiglio di sicurezza, assieme alla Cina, e secondo alcuni diplomatici considera ancora troppo sbilanciata la bozza presentata negli ultimi giorni dagli Stati Uniti.

Secondo l’Onu, dall’anno scorso sono rimaste uccise oltre 7.500 persone in Siria a causa di repressione e scontri tra forze governative e soldati disertori passati all’opposizione per essersi rifiutati di sparare sui civili. L’inviato speciale di Lega araba e Onu, Kofi Annan, ha lasciato ieri Damasco, dove ha incontrato Assad, senza un accordo per la fine del conflitto, mentre i soldati del regime hanno lanciato un nuovo assalto nel nord. I Paesi occidentali hanno ribadito più volte di non voler intervenire militarmente in Siria, a differenza di quanto accaduto l’anno scorso in Libia contro il regime di Muammar Gheddafi, ma non hanno escluso la possibilità di fornire armi ai ribelli, progetto a cui si oppongono Mosca e Pechino. Diversi funzionari di Arabia Saudita e Qatar hanno suggerito l’intenzione di armare i disertori siriani, ma non hanno ancora annunciato piani concreti a riguardo. L’incontro sarà presieduto dal ministro degli Esteri britannico William Hague.

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