Suva (Fiji), 9 mar. (LaPresse/AP) – Il commodoro Frank Bainimarama, primo ministro e comandante delle forze militari delle isole Fiji, ha annunciato oggi il via a un processo che durerà un anno per la discussione, il dibattito e l’approvazione della nuova Costituzione nazionale. A capo della commissione che dovrà occuparsi di controllare le operazioni è stato scelto il kenyota Yash Ghai, esperto di legge costituzionale. Bainimarama salì al potere con un colpo di Stato alla fine del 2006 e nel 2009 lavorò per sospendere la Costituzione e imporre una regolamentazione di emergenza dopo che una corte definì il suo governo illegale. Ha promesso quindi un ritorno alle elezioni democratiche per il 2014, ma molti rimangono scettici sia sulla scadenza che sulle sue vere intenzioni. All’inizio di quest’anno il commodoro ha eliminato la disposizione sulla legge di emergenza, ma anche imposto controlli più forti sull’ordine pubblico.
Dall’estero l’annuncio dell’avvio del processo che porterà alla nuova Costituzione è stato accolto con favore. Murray McCully, ministro degli Affari esteri della Nuova Zelanda, ha commentato la notizia definendola “un vero passo nella giusta direzione”. Dando l’annuncio, Bainimarama ha indicato alcuni principi della futura Carta che saranno “non negoziabili”. Tra questi il carattere laico dello Stato, un sistema giudiziario indipendente, il divieto del voto su base etnica. Jenny Hayward-Jones, esperta del Lowy Institute con sede a Sydney, considera questa novità come la decisione più positiva presa dal capo di Stato dalla sua salita al potere. “Considerando che sia serio e vada avanti – ha detto – è molto positivo. L’annuncio suggerisce che si sta andando verso una forma di consultazione genuina e di una autentica libertà di pensiero”. La studiosa ha anche apprezzato la scelta di Ghai a capo della commissione. Tuttavia, ha detto, la prova della validità del processo verrà dalle azioni di Bainimarama e non solo dal suo annuncio.
Da quando il militare ha preso la guida delle Fiji, le altre nazioni dell’area del Pacifico hanno sempre più isolato il Paese che due anni fa è stato anche sospeso dal Commonwealth. Questa settimana, il vice segretario generale dell’organizzazione, Mmasekgoa Masire-Mwamba, si è recato in visita alle Fiji, spiegando che il viaggio era volto “a sostenere la restaurazione della democrazia, in modo che le Fiji possano ritornare un membro a tutti gli effetti del Commonwealth”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata