Londra (Regno Unito), 23 feb. (LaPresse/AP) – Se il mondo non agirà in fretta in Somalia, “pagheremo un prezzo molto alto”. Lo ha detto il primo ministro britannico David Cameron, che ha aperto la Conferenza internazionale sulla Somalia in corso a Londra. Vi partecipano circa 50 nazioni e organizzazioni internazionali. Sono presenti anche il segretario di Stato americano Hillary Clinton, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, rappresentanti del governo di transizione somalo e della repubblica autoproclamata del Somaliland. I diplomatici hanno insistito sulla necessità di contrastare i pirati somali e di promuovere la formazione di un governo rappresentativo nel Paese, in vista della scadenza ad agosto del mandato di quello di transizione.
“Per due decenni la Somalia è stata devastata dalla carestia, da spargimenti di sangue e da povertà tra le peggiori al mondo”, ha detto Cameron, esortando i Paesi ad impegnarsi per aiutare i somali “a creare un governo rappresentativo” in vista della scadenza. “E’ tutto nel nostro interesse aiutare il popolo somalo ad affrontare questi problemi, che per due decenni i politici dell’Occidente hanno accantonati come troppo difficili e troppo lontani”, ha proseguito. “Giovani menti – ha detto ancora – sono avvelenate dall’estremismo, l’aumento del terrorismo sta minacciando la sicurezza del globo intero, se il resto del mondo starà seduto a guardare, pagheremo un prezzo molto alto”. Gli ha fatto eco Clinton: “Il governo federale di transizione è stato sempre pensato in questo modo, come transizionale. È passato il tempo perché questa transizione avvenga e perché la Somalia abbia un governo stabile”. In proposito, il segretario americano ha escluso la possibilità di trattare con il movimento militante islamico al-Shabab, sebbene alcuni abbiano chiesto di includere nel processo politico il gruppo, che controlla territori nel centro e nel meridione del Paese.
I leader occidentali hanno promesso maggiore impegno anche sulla pirateria. “I pirati stanno interrompendo vie commerciali vitali e sequestrando turisti”, ha detto Cameron, il cui Paese ha promesso 80 milioni di dollari in tre anni per i somali rifugiati in Kenya ed Etiopia e il finanziamento di un nuovo centro di coordinamento contro la pirateria alle Seychelles. Altri aiuti contro la pirateria sono stati promessi anche, tra gli altri, dagli Emirati arabi uniti, che forniranno 15 milioni di dollari per rafforzare la Guardia costiera delle Seychelles.
I somali “hanno ascoltato molte promesse e visto molte scadenze andare e venire. È tempo di mettersi con impegno e di fare il lavoro che porterà stabilità per la prima volta in molte vite”, ha detto Clinton. Il suo Paese ha dichiarato che stanzierà 64 milioni di dollari aggiuntivi, destinati all’assistenza umanitaria nel Corno d’Africa. Altri fondi sono stati promessi dalla Germania, con 6 milioni di dollari a sostegno delle organizzazioni che si occupano degli sfollati somali, e tra gli altri da Danimarca, Norvegia e Olanda.

