Lima (Perù), 12 feb. (LaPresse/AP) – L’esercito del Perù ha catturato il Compagno ‘Artemio’, guerrigliero leader di Sendero Luminoso. Al momento dell’arresto era gravemente ferito. Lo rende noto il ministro della Difesa peruviano Alberto Otarola, spiegando che “il braccio destro” di Artemio “è praticamente compromesso e al momento sta ricevendo cure mediche”. Il presidente del Perù Ollanta Humala si sta dirigendo verso la Valle del Alto Huallaga, dove il leader guerrigliero è stato ritrovato, sembra nella giornata di giovedì. Nessun dettaglio preciso sul luogo e il momento della cattura è stato però diffuso dalle autorità.
Ieri il ministro aveva detto che il leader guerrigliero stava combattendo con le forze governative nel villaggio di Puerto Pizana, e i giornalisti locali riportano che almeno uno dei suoi uomini sembra si sia rivoltato contro di lui. Nanci Zamora, sindaco del distretto di La Polvora, che comprende il villaggio dove sono avvenuti gli scontri, ha riferito ad Associated Press che Artemio è stato portato giovedì prima dell’alba a un centro di assistenza medica nella vicina città di Santa Rosa de Mishoyo. Secondo la Zamora, il guerrigliero ha anche riportato una ferita al petto e a una gamba.
Il 50enne, conosciuto anche con il nome di Florindo ‘José’ Flores, guidava ancora circa 150 ribelli e a dicembre aveva dichiarato ai giornalisti che la sua causa era ormai persa e che stava cercando di trovare una tregua con il governo. Il gruppo da lui guidato rappresenta circa la metà di ciò che rimane dell’organizzazione Sendero Luminoso, che tra gli anni ’80 e ’90 si è resa responsabile dell’uccisione di migliaia di persone. Il resto dei combattenti ha base nelle valli dei fiumi Apurimac ed Ene. Gli Stati Uniti avevano offerto una ricompensa di 5 milioni di dollari per le informazioni che avrebbero potuto condurre al suo arresto.
Negli ultimi anni Artemio aveva provato a cercare un contatto con le autorità per siglare una tregua. Aveva scritto due volte a Humala, ma non ha mai ricevuto risposta. Anche i precedenti governi del Perù si erano rifiutati di negoziare, e lui sosteneva di aver tentato nel 2003 anche di trattare attraverso la Chiesa cattolica e la Croce rossa internazionale. L’unica via per cambiare il sistema capitalista, diceva, era instaurare un governo socialista, “ma al momento – aggiungeva – non è possibile”.

