Bamako (Mali), 6 feb. (LaPresse/AP) – La città di Kidal, nell’estremo nord del Mali, è in allerta dopo che i ribelli tuareg hanno annunciato di aver conquistato una posizione strategica nell’area. Se i ribelli lanciassero l’attacco contro Kidal, si tratterebbe del primo assalto contro una capitale regionale, dall’inizio della nuova rivolta. Dal 17 gennaio, i combattenti, molti dei quali si sono schierati al fianco delle forze di Muammar Gheddafi nella recente guerra in Libia, hanno assalito almeno sei città nel nord, tutti centri piuttosto piccoli. Con la rivolta di quest’anno i tuareg sono tornati a riprendere le armi dopo la ribellione terminata nel 2009.

“Stiamo circondando la città, ma non l’abbiamo completamente sotto controllo”, spiega Moussa Ag Acharatoumane, portavoce del gruppo ribelle, il Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad, parlando al telefono da Parigi. Questa mattina le forze di sicurezza di Kidal hanno impedito una protesta organizzata contro l’arresto di due donne sostenitrici del gruppo, avvenuto ieri. “Vista la repressione delle forze di sicurezza maliane nella città, con l’arresto delle nostre donne, stiamo considerando che passi compiere”, ha aggiunto Ag Acharatoumane. Forti colpi di arma da fuoco sono stati sentiti attorno a Kidal tra venerdì notte e sabato mattina. Homeny Maiga, presidente ad interim dell’Assemblea regionale di Kidal spiega infatti che l’esercito del Mali ha sparato razzi contro le postazioni dei ribelli a circa 20 chilometri dalla città. “L’esercito – ha aggiunto – ha sparato con un lanciarazzi Bm-21, ma lontano dalla città. Ora è importante che se l’esercito e i ribelli si scontrino, questo avvenga fuori dalla zona abitata, in modo che i civili non siano coinvolti”.

Le città attaccate finora dai ribelli sono state per lo più piccole, con una popolazione di poche migliaia di abitanti. I tuareg spiegano che si tratta di una precisa strategia, ma garantiscono di avere la capacità di condurre assalti più ampi. “Come tutte le grandi città del nord – aggiunge il portavoce del Movimento – Kidal è un centro di cui vogliamo prendere il controllo. La nostra strategia è stato attaccare prima le città più piccole con grandi basi militari, in modo da non doverci poi preoccupare di attacchi da più direzioni”.

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