Il Cairo (Egitto), 19 dic. (LaPresse/AP) – Continuano per il quarto giorno consecutivo gli scontri tra manifestanti e soldati dell’esercito egiziano in piazza Tahrir al Cairo. Secondo quanto riferisce il ministero della Salute, oggi almeno tre persone sono state uccise, portando così a 14 il numero delle vittime da venerdì. Secondo Ahmed Saad, medico di un ospedale da campo di piazza Tahrir, il bilancio sarebbe però più grave, con sei decessi, tutti a causa di colpi di arma da fuoco. La discrepanza non è per ora risolvibile. Gli scontri sono ripresi venerdì all’interno e attorno a piazza Tahrir, epicentro della protesta popolare contro il regime di Hosni Mubarak e poi, negli ultimi mesi, contro la giunta militare.
“È stato come una pioggia di proiettili in prima mattina”, ha raccontato il medico, aggiungendo che i soldati hanno fatto irruzione in una moschea che si trova nella piazza e hanno picchiato i manifestanti che avevano passato la notte dentro il tempio. L’esercito ha organizzato il raid di stamattina probabilmente per tenere i dimostranti lontani dai principali palazzi governativi nei pressi di piazza Tahrir, tra cui il Parlamento e il ministero dell’Interno. Intanto, i dipendenti del centro di ricerca aperto durante l’occupazione dell’Egitto da parte della Francia alla fine del ‘700 e bruciato durante le violenze dei giorni scorsi, stanno cercando di salvare almeno una parte dei libri e documenti preziosi custoditi nell’edificio. Il palazzo a due piani rischia di crollare e il tetto è già colassato. All’interno l’edificio è pieno di mobili bruciati, pezzi di metallo attorcigliati e muri crollati. I manifestanti hanno formato una doppia catena umana intorno al centro per prevenire qualsiasi altro tentativo di sabotaggio.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata