New York (New York, Usa), 19 set. (LaPresse/AP) – I Paesi donatori dell’Autorità palestinese hanno ribadito dopo la riunione biennale di ieri sera il sostegno alla richiesta del riconoscimento di uno Stato alle Nazioni unite da parte della stessa Anp. Gli sforzi “per costruire robuste istituzioni statali e rilanciare l’economia palestinese si distinguono come una storia di notevole successo internazionale… È fondamentale tutelare questi risultati e il progresso fatto finora”, ha detto Jonas Gahr Stoere, ministro degli Esteri norvegese e presidente dell’Ad Hoc Liaison Committee (Ahlc), organizzazione che si occupa coordinare l’assistenza ai palestinesi.
Banca mondiale, Fondo monetario internazionale e Nazioni unite avevano riconosciuto ad aprile che l’Anp sarebbe stata in grado di formare istituzioni statali. In una relazione preparata per il meeting di ieri i tre istituti lo ribadiscono, ma sottolineano anche l’insorgere di crescenti rischi che potrebbero minare la crescita economica della regione. Tra questi, la diminuzione degli aiuti ai palestinesi e la crisi mondiale. Stoere ha detto che a tal proposito il comitato dei donatori si impegnerà per salvaguardare “la sostenibilità fiscale ed economica” dall’Autorità palestinese, il cui progresso è comunque “ancora solido”.
Il ministro ha quindi evidenziato la preoccupazione del comitato per le conseguenze dell’occupazione israeliana in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, aree ostacolate nella potenziale crescita economica dalla presenza ebraica. Devono inoltre riprendere, dicono i donatori, i negoziati tra israeliani e palestinesi e i primi devono cooperare per promuovere la transizione verso l’autosufficienza dell’Anp, per esempio eliminando alcune restrizioni alle attività economiche in Cisgiordania.
Presenti all’incontro, anche il viceministro degli Esteri israeliano Danny Ayalon e il premier palestinese Salam Fayyad. Quest’ultimo ha sottolineato come l’Anp “si trovi costretta ad accelerare il ritmo di un già sostenuto aggiustamento fiscale”. Ayalon ha avvisato che la futura assistenza e cooperazione economica israeliana “potrebbe essere gravemente e irrimediabilmente compromessa” se i palestinesi dichiareranno il loro Stato unilateralmente.
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