Il Cairo (Egitto), 21 ago. (LaPresse/AP) – “Israele è dispiaciuto per la morte degli ufficiali egiziani”. Con queste parole il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha porto le scuse di Israele per le morti delle guardie di frontiera egiziane avvenute giovedì durante gli scontri tra i militari di Tel Aviv e i militanti di Gaza. Barak ha poi annunciato di aver ordinato un’inchiesta militare e un’indagine congiunta con l’esercito egiziano per chiarire le circostanze dell’incidente. Le scuse sono state ben accette dal governo del Cairo, il quale fa però fa sapere che non sono abbastanza.

Giovedì militanti da Gaza hanno raggiunto il sud d’Israele attraverso il deserto egiziano e hanno lanciato un attacco in cui sono morti otto israeliani. Almeno tre soldati egiziani sono stati uccisi nella successiva sparatoria lungo il confine tra Israele ed Egitto, intercorsa tra soldati israeliani e i militanti che cercavano di fuggire.

L’Egitto aveva quindi deciso oggi di ritirare il suo ambasciatore in Israele come comunicato dal governo tramite un comunicato emesso nelle prime ore della mattina. L’ambasciatore, Yasser Reda, spiegava Il Cairo, sarà ritirato fino a che Israele non avrà indagato sulla morte ancora non chiara dei tre uomini.

Secondo il Gabinetto del Cairo “Israele è politicamente e legalmente responsabile per l’incidente” che rompe il trattato di pace del 1979 tra i due Paesi. “L’ambasciatore egiziano in Israele – recita il comunicato – sarà ritirato fino a che non saremo stati informati dei risultati delle indagini da parte delle autorità israeliane e non avremo ricevuto le scuse per le tristi e frettolose dichiarazioni sull’Egitto”. Secondo il comunicato, Israele sta provando a “sottrarsi alle responsabilità per l’avventatezza delle forze di sicurezza israeliane nella protezione dei confini”.

Il Cairo addita direttamente Israele come responsabile per le morti degli agenti di sicurezza. Secondo la nota, Israele “ha condotto un raid in modo casuale che ha portato alla morte di tre soldati egiziani e al ferimento di altri quattro”. Gli ufficiali egiziani sostengono che un altro soldato e un poliziotto siano morti ieri per le ferite riportate. Non è però chiaro perché il comunicato nomini solo tre vittime. Inizialmente un ufficiale israeliano aveva detto che a uccidere gli agenti egiziani era stato un kamikaze palestinese che si era fatto esplodere tra i militari. I media israeliani avevano invece parlato di fuoco di cecchini sparato contro i soldati di Tel Aviv, ipotizzando che gli egiziani sarebbero morti colpiti dal fuoco incrociato.

La decisione di ritirare l’ambasciatore è giunta dopo che centinaia di manifestanti hanno dimostrato davanti all’ambasciata israeliana del Cairo, sventolando bandiere palestinesi e chiedendo l’esplusione dell’ambasciatore di Tel Aviv in Egitto. È la prima volta in quasi 11 anni che il governo del Cairo decide di richiamare il proprio ambasciatore in Israele. L’ultima occasione era stata nel novembre 2000, quando l’Egitto protestò per un eccessivo uso della forza durante la seconda intifada.

In mattinata era arrivata una precedente risposta israeliana. “Il trattato di pace è stabile” e “nessuno ha intenzione di colpire il personale di sicurezza egiziano”. Questo il commento di Amos Gilad, ufficiale del ministero degli Esteri israeliano, che ha parlato a Israel Radio. “Il problema – ha continuato Gilad – è cos’è successo sul campo ed è quello che sta venendo indagato”

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