Roma, 25 lug. (LaPresse) – La Banca mondiale ha stanziato 500 milioni di dollari per fronteggiare l’emergenza carestia che sta colpendo il Corno d’Africa. Lo ha annunciato il vicepresidente della Banca mondiale con delega alle questioni africane, Obiagelii Ezekwesili, a margine del summit in corso presso la sede della Fao a Roma. Dei 500 milioni di dollari, otto saranno utilizzati per fronteggiare l’emergenza mentre i restanti 492 per finanziare progetti a favore degli agricoltori locali. Secondo Ezekwesili “il fenomeno della siccità che colpisce con frequenza il Corno d’Africa impone non solo aiuti immediati, ma anche capacità di resistenze a lungo termine”.

Da domani comincerà inoltre a funzionare il ponte aereo per portare aiuti a Mogadiscio. Lo ha annunciato la direttrice del programma mondiale alimentare della Fao, Josette Sheeran. Gli aerei arriveranno nella capitale somala e successivamente anche a Dolo, al confine tra Etiopia e Somalia e a Wajir, nel nord del Kenya. Sheeran ha sottolineato che l’utilizzo del ponte aereo “è indispensabile” per salvare milioni di vite dall’emergenza siccità”. Il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, ha rilanciato l’appello per lo stanziamento di 1,6 miliardi di dollari da spalmare nei prossimi 12 mesi, affermando che “la catastrofica siccità nel Corno d’Africa richiede un’azione massiccia e urgente”. Anche il vicepremier della Somalia, Mohamed Ibrahim, ha lanciato “un appello d’urgenza affinchè possiate aiutare la Somalia ad aprire corridoi umanitari per il trasporto di aiuti alimentari”, aggiungendo che “la popolazione somala è disperata”.

Il ministro dell’agricoltura francese Bruno Le Maire ha dichiarato che “la comunità internazionale ha fallito nel costruire la sicurezza alimentare dei Paesi in via di sviluppo”. “Se non vogliamo rivedere tra uno o due anni la stessa disperazione – ha aggiunto Le Maire – dobbiamo cambiare metodo”. Per Le Maire “non basta fornire un aiuto finanziario, non basta portare milioni di dollari qua e là, ma bisogna investire nell’agricoltura mondiale e aiutare i Paesi in via di sviluppo a sviluppare la propria sicurezza alimentare”.

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