Tunisi (Tunisia), 20 giu. (LaPresse/AP) – L’ex presidente tunisino Zine el Abidine Ben Ali e la moglie sono stati condannati in contumacia da un tribunale di Tunisi a 35 anni di carcere ciascuno. La condanna arriva al termine del processo durato un giorno. Tra le accuse c’è quella di malversazione. In uno dei palazzi presidenziali, infatti, sono stati trovati gioielli e denaro per un valore di oltre 18 milioni di euro. Armi e droga sono stati invece sequestrati nel palazzo presidenziale di Cartagine, nel corso di una perquisizione da parte di una commissione incaricata di investigare l’abuso di autorità dopo la fuga dell’ex presidente. La coppia è fuggita in Arabia Saudita il 14 gennaio, in seguito alle rivolte popolari che hanno scosso il Paese.
L’ex presidente ha anche ricevuto una multa da 30 milioni di euro per appropriazione indebita e peculato. Il denaro e i gioielli, alcuni dei quali secondo la corte avevano “valore storico”, sono stati trovati nel palazzo di Ben Ali a Sidi Bou Said, dopo la partenza dell’ex presidente. Da parte sua Ben Ali nega ogni accusa, definendo il processo, attraverso il suo avvocato di Parigi, “una vergognosa farsa e una giustizia dei vincitori”. L’Arabia Saudita non ha risposto alla richiesta di estradizione e alcuni tunisini hanno espresso la loro frustrazione per il fatto che Ben Ali non sarebbe stato presente al processo. Il verdetto su una seconda accusa simile, dovuta a ritrovamenti di valori nel palazzo di Cartagine, è stato rimandato. I difensori assegnati a Ben Ali affermano di avere bisogno di tempo per studiare il caso. Il processo continuerà il 30 giugno.
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