Il libro edito da Einaudi Ragazzi EL Edizioni, illustrato da Lorena Canottiere, con una riflessione di Daniele Aristarco

“Il potere di ‘Bella Ciao’ è lo stesso delle poesie, quello di farci sentire parte di un sogno collettivo”. A parlare è Daniele Aristarco, scrittore per bambini, che ha elaborato la riflessione finale del testo ‘Bella Ciao. Il canto della resistenza’ illustrato da Lorena Canottiere per Einaudi Ragazzi. Il libro, edito proprio in occasione del 76esimo anniversario della Liberazione, ripercorre con delle tavole illustrate i passi della canzone della Resistenza e poi, alla fine, propone ‘una consegna’ ai più piccoli. Una magia: “Questa è la storia di un’antica magia. Se vuoi, puoi avverarla anche tu. Per farlo, non dovrai recitare una formula bizzarra – recita il compito per i più piccoli – Ti basterà cantare. Saranno sufficienti un pugno di note e vedrai”. Una magia che funziona: “Mi ha appena scritto un piccolo lettore – spiega Aristarco – Raccontando che ha provato l’esperimento ed è riuscito: si è messo a cantare ‘Bella Ciao’ per strada e subito tutti lo hanno seguito”.

Nei colori e nei disegni del libro sono racchiuse tante emozioni: c’è poco rosso, tradizionalmente associato alla Resistenza, e tanti toni di colori diversi. “‘Bella Ciao’ si porta dietro un vissuto molto profondo. Riporta il racconto della Liberazione, di tutti i partigiani ma anche un racconto molto più intimo, anche più intimo e personale” spiega l’illustratrice, Lorena Canottiere. “Quando arriva l’aggressore i toni sono più cupi, la montagna e il bosco sono bellissimi ma non innocenti, portano una storia collettiva complessa” racconta ancora Canottiere. “Ho sempre pensato che in ‘Bella Ciao’ ci fossero un racconto collettivo e uno personale, come se chi la canta aggiungesse una parte della sua vita – racconta – Nel libro è entrata anche la zona delle Langhe, la mia zona di provenienza, alla quale associo la Resistenza”. Ma non solo: è entrato anche il lockdown. “Ci stavo lavorando proprio durante il lockdown della primaversa 2020: tutto pulito in città, una primavera calda, ma poche persone in giro. Ogni tanto qualcuno usciva sul balcone e si metteva a cantare ‘Bella Ciao’, che alla fine è anche un simbolo di vicinanza e socialità” racconta ancora Canottiere. 

Come ricordato anche dal presidente del Consiglio Mario Draghi questa mattina, le celebrazioni per la Liberazione ricordano che occorre scegliere da che parte stare. “‘Bella Ciao’ chiama anche a una sorta di adesione morale – spiega Aristarco -. Chi la canta sta raccontando che sta da una parte e non dall’altra. E’ evidente che questa canzone nel tempo ha superato i confini legati alla vicenda italiana e perfetta ed è diventata una canzone emblematica di chi vuole parlare di libertà e che però non è un dono scontato”. Per i più piccoli, spesso, la sensazione di adesione a un sentimento collettivo è immediata: “La cosa che colpisce è che i bambini la cantano sorridendo – dice Aristarco – Capiscono forse che cantare è qualcosa di collettivo. Anche essere partigiano è qualcosa che possiamo ricordare come simbolo bello, una lotta di bellezza. Ci sono tanti elementi che secondo me parlano ai bambini nel Canto della Resistenza”.

Il libro, in realtà, è anche per adulti: “E’ universale, come la canzone“, conclude Canottiere.

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