Arriva in commissione Bilancio del Senato il nuovo maxiemendamento alla Manovra 2026 annunciato ieri dal governo: vengono confermate le risorse per le imprese, con il rifinanziamento della Zes e del credito d’imposta; per le coperture l’intervento sull’acconto dell’85% del contributo sui premi delle assicurazioni dei veicoli e dei natanti. In commissione questa mattina è presente anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Sul piano delle infrastrutture, sono previsti 100 milioni per due anni per il Piano Casa, i fondi per il caro-materiali e lo slittamento al 2033 di alcuni fondi per il Ponte sullo Stretto. Entrano nel testo anche le norme sulla previdenza complementare, in forse fino a ieri sera, anche se in una formulazione differente rispetto alla versione del maxiemendamento di martedì: prevista l’estensione della platea di aziende che sono tenute al versamento Inps delle somme per il Tfr dei lavoratori, mirando ad includere tra i soggetti tenuti al versamento del contributo con riferimento ai periodi di paga decorrenti dal 1° gennaio 2026 anche i datori di lavoro che, negli anni successivi a quello di avvio dell’attività, hanno raggiunto o raggiungano la soglia dimensionale dei 50 dipendenti (attualmente sono esclusi dall’obbligo), di fatto ampliando la platea di potenziali lavoratori che possono aderirvi. In via transitoria per il biennio 2026-2027 tale inclusione è limitata ai datori di lavoro con un numero di dipendenti non inferiore a 60. Dal 2032 è invece prevista l’estensione dell’obbligo del versamento per le aziende con un numero di dipendenti non inferiore a 40. Confermato il silenzio-assenso, a decorrere dal 1° luglio 2026, di 60 giorni per l’adesione automatica alla previdenza complementare per i neo assunti. Entra nel provvedimento anche una misura sul tetto di spesa farmaceutica.
“Quella è una cosa introdotta l’anno scorso, dal nostro governo, che pare non interessasse a nessuno. A me dispiace ma evidentemente non è stata ritenuta strategica”. Così il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, lasciando la commissione bilancio del Senato, rispondendo a chi gli chiedeva dello stop alla possibilità di andare in pensione di vecchiaia anticipatamente cumulando gli importi di forme pensionistiche di previdenza complementare previsto nella nuova versione del maxiemendamento del governo.
“Alle dimissioni ci penso tutte le mattine, sarebbe la cosa più bella da fare. Però siccome è la 29esima legge di Bilancio che faccio so perfettamente come funziona, so che sono cose naturali. C’è un Parlamento, ci sono le commissioni, ci sono le proposte del governo, alla fine a me interessa il prodotto finale non quello che presento”. Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, uscendo dalla commissione Bilancio del Senato riunita per l’esame della manovra, rispondendo a chi gli chiedeva se ha mai pensato alle dimissioni. “Naturalmente crediamo di aver fatto delle cose giuste, pensiamo di lavorare bene nell’interesse di tutti gli italiani e i risultati vanno in questa direzione. Però adesso tocca al Parlamento”, ha aggiunto.
Il termine per la presentazione dei subemendamenti al maxi emendamento del Governo sulla manovra è fissato per le 12.
Salta la possibilità di andare in pensione di vecchiaia anticipatamente cumulando gli importi di forme pensionistiche di previdenza complementare introdotta con la manovra dello scorso anno. Lo prevede il nuovo emendamento del governo alla manovra. Sulla base delle stime della relazione tecnica dello scorso anno, si prevedono economie in termini di minore spesa pensionistica, con profilo crescente nel medio-lungo periodo: dai 12,6 milioni del prossimo anno a 130,8 milioni nel 2035.
La manovra dello scorso anno aveva previsto che a decorrere dal 1° gennaio 2025, ai soli fini del raggiungimento degli importi soglia mensili, può essere computato, solo su richiesta dell’assicurato, unitamente all’ammontare mensile della prima rata di pensione di base, anche il valore teorico di una o più prestazioni di rendita di forme pensionistiche di previdenza complementare richieste dall’assicurato.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è arrivato in commissione Bilancio al Senato, dove è in corso l’esame della Manovra. Ad accoglierlo il presidente della commissione, Nicola Calandrini. Presenti anche il sottosegretraio al Mef Federico Freni e la sottosegretaria ai Rapporti col Parlamento Sandra Savino, oltre ai parlamentari membri della commissione, cui il ministro dovrebbe illustrare i contenuti del nuovo emendamento.
“Approvata la norma della Lega che estende la possibilità di usufruire dei voucher in agricoltura fino al 2028. I datori di lavoro agricoli potranno usarlo per attività stagionali, per un massimo di 45 giorni annui per lavoratore, con contratto di massimo 12 mesi. Ci siamo battuti da tempo per ottenere questo risultato che ora, grazie al lavoro della Lega in commissione bilancio, rende possibile una misura fondamentale a sostegno del settore agricolo, garantendo la continuità delle attività produttive e la disponibilità di manodopera quando necessita. Ringraziamo anche il ministro del Lavoro Calderone per averne capito l’importanza e per averne sostenuto l’impatto economico con il suo ministero. Lo stesso emendamento chiarisce meglio i contratti di rete in agricoltura integrando l’art. 1 bis del dl 91 del 24 giugno 2014 con la necessità che i contraenti possono, altresì, cedere la propria quota di produzione ad altre parti del contratto rendendo più chiara ed applicabile la norma”. Così i senatori della Lega Giorgio Maria Bergesio, Elena Testor, Marco Dreosto, Mara Bizzotto e Gianluca Cantalamessa.
“Con Giorgetti nessuno scontro, è perfettamente allineato con noi”. Lo spiega Claudio Durigon in un’intervista alla ‘Stampa’ nella quale conferma l’intenzione del governo di tenere in vita le norme relative al Tfr ed alla previdenza integrativa togliendo però di mezzo l’allungamento delle finestre d’uscita e l’intervento sul riscatto delle lauree che dovevano fungere da norme di salvaguardia. Quello che è successo l’altra notte crea un problema tra la Lega ed il ministro dell’Economia? “No, c’è piena sintonia. La volontà della Lega, e questa scelta è condivisa anche da Giancarlo, è quella di rafforzare la previdenza complementare, che rappresenta una scelta fondamentale per il nostro futuro pensionistico”. Però nell’emendamento stralciato non c’era solo l’introduzione del silenzio assenso per il conferimento ai fondi del Tfr dei neo assunti e l’allargamento della platea delle imprese obbligate a farlo, ma si allungavano anche le finestre di uscita. “L’esigenza della Ragioneria dello Stato era quella di mettere delle salvaguardie, come ha spiegato lo stesso Giorgetti, scelta che però poi è stata oggettivamente strumentalizzate anche da voi giornalisti”. “Anziché prevedere un decreto ad hoc ieri sera il vertice di maggioranza ha deciso di presentare un nuovo emendamento, cambiando però le coperture che non arriveranno più da misure di tipo previdenziale. Io sono fermamente convinto che si debba andare a vanti sul terreno della previdenza integrativa, ma se servisse attenuarne un po’ l’impatto si sta valutando la possibilità di graduare l’allargamento della platea delle imprese scaglionandolo nel tempo: si potrebbe partire da quelle con più di 60 dipendenti per poi passare a 50 e magari a 40”, prosegue.
“Un’ingiustizia sanata, un divario penalizzante che viene colmato, un importante segnale di attenzione del governo e della maggioranza in favore degli infermieri che lavorano nelle strutture private accreditate. Sono davvero felice, perché in commissione Bilancio del Senato è stato approvato un emendamento da me presentato che riconosce a tutti gli infermieri, pubblici e privati, la stessa aliquota agevolata del 5 per cento sugli straordinari. Questo intervento corregge una distorsione introdotta nella Manovra dello scorso anno, che limitava questa agevolazione ai soli dipendenti pubblici. Anche questa è la dimostrazione di come la salute e chi lavora nella sanità, chi si prende cura dei cittadini, siano in cima alle nostre priorità”. Così, la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli.

