La manovra accende ulteriormente il dibattito politico dopo la pioggia di emendamenti in commissione al Senato. Ed è scontro fra maggioranza e opposizioni, in particolare sull’emendamento per riaprire il ‘condono’ 2003, quando presidente del consiglio era Silvio Berlusconi, e su quello sugli scioperi, entrambi proposti da Fratelli d’Italia.
Cirielli difende il condono
Partendo dal condono, che mira a regolarizzare gli immobili rimasti esclusi dal provvedimento tranne quelli edificati in zone vietate, la misura proposta dal partito della premier Giorgia Meloni sulla carta coinvolge tutta Italia, ma le esclusioni dal cosiddetto terzo condono del Berlusconi II hanno riguardato soprattutto la Campania. Anche per questo si erge a difesa dell’emendamento Edmondo Cirielli, candidato per il centrodestra alla carica di Presidente della Regione Campania: “La presentazione dell’emendamento che riapre i termini della sanatoria del 2003 rappresenta un atto di giustizia atteso da migliaia di famiglie campane costrette a realizzare case per necessità abitativa, non per abusivismo selvaggio. La nostra Regione è stata l’unica a non applicare quella legge perché la giunta di centrosinistra dell’epoca scelse di non recepirla nei termini, lasciando fuori persone che avevano presentato la domanda autodenunciandosi e pagando le oblazioni regolarmente. Oggi quelle famiglie, che abbiamo sempre difeso, vivono sotto la minaccia costante di un abbattimento, non per un abuso, ma per un errore della Regione di centrosinistra“.
Le opposizioni attaccano: “È un voto di scambio”
Le opposizioni attaccano: è “un “annuncio disperato per una coalizione che sa di aver perso le elezioni e si aggrappa ai suoi evergreen. Serve il diritto alla casa, non condoni“, dichiara Roberto Fico, candidato del campo largo di centrosinistra alle Regionali campane. Per il leader 5 stelle Giuseppe Conte il governo “si presenta con la riapertura del condono previsto da Berlusconi, per cercare di prendere qualche voto in più in Campania. Tutto questo è pazzesco, significa essere scollati dalla realtà“. Gridano al “voto di scambio” Pd e Avs. “Annunciano un condono, in Campania, la settimana del voto! Questo non è riformismo”, “questo è il governo del voto di scambio”, fa eco il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Da Forza Italia il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, però, sembra frenare: “Per alcune case si può pensare a un condono”, perché “ci sono abbattimenti che lasciano in mezzo alla strada le persone e c’è anche un problema sociale. Quindi va affrontata la questione, secondo me, caso per caso”, valutando “quali sono gli edifici a rischio”, quindi da abbattere, e quali “quelli non a rischio“.
Fronte aperto anche sugli scioperi
Altro fronte aperto è quello dell’emendamento sugli scioperi, che prevede che i lavoratori dei trasporti dovranno dichiarare “preventivamente” la propria intenzione di aderire a uno sciopero del loro settore. Una cosa “inaccettabile” per i sindacati che tuonano: “Esprimiamo ferma contrarietà all’emendamento proposto in Manovra da FdI che impone ai lavoratori di comunicare con sette giorni di anticipo, in forma scritta e irrevocabile, la propria adesione a uno sciopero. Una misura che snatura il diritto stesso di sciopero garantito dalla nostra Costituzione, crea di fatto liste di scioperanti e apre la strada a discutibili pressioni e potenziali discriminazioni inasprendo le relazioni industriali”, sono le parole di Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, che aggiungono: “Il sindacato ha avuto da sempre un approccio molto responsabile nei confronti del ricorso allo sciopero. La legge 146/90, unitamente alle innumerevoli regole di settore, già assicura pienamente il rispetto del diritto alla mobilità attraverso la garanzia dei ‘servizi minimi’. Questo nuovo obbligo è quindi inutile quanto pericoloso“.

