Manovra, Istat: “Con taglio Irpef 230 euro in media per 14 milioni di contribuenti”

Manovra, Istat: “Con taglio Irpef 230 euro in media per 14 milioni di contribuenti”

Avvantaggiate le famiglie più ricche, 85% risorse a fasce alte

L’intervento previsto in manovra con la riduzione di due punti percentuali l’aliquota Istat per lo scaglione di reddito tra 28mila e 50mila euro (dal 35% al 33%), e l’introduzione per i redditi sopra i 200mila euro di una riduzione di 440 euro nella detrazione per le spese per oneri ad aliquota al 19% (escluse le spese sanitarie), le erogazioni liberali a favore di partiti politici e i premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi, nel complesso “coinvolgerebbe poco più di 14 milioni di contribuenti, con un beneficio annuo pari in media a circa 230 euro. Le famiglie beneficiarie sarebbero circa 11 milioni (44% delle famiglie residenti) e il beneficio medio di circa 276 euro (in ogni famiglia ci può essere più di un contribuente)”. Così il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, in audizione davanti alla commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla manovra.

Ordinando le famiglie in base al reddito disponibile equivalente e dividendole in cinque gruppi di uguale numerosità, emerge come oltre l’85% delle risorse siano destinate alle famiglie dei quinti più ricchi della distribuzione del reddito: sono infatti interessate dalla misura oltre il 90% delle famiglie del quinto più ricco e oltre due terzi di quelle del penultimo quinto. Il guadagno medio va dai 102 euro per le famiglie del primo quinto ai 411 delle famiglie dell’ultimo. Per tutte le classi di reddito il beneficio comporta una variazione inferiore all’1% sul reddito familiare.

Istat: “Taglio Irpef avvantaggia famiglie più ricche, 85% risorse a fasce alte”

“Effettivamente sì, il taglio Irpef avvantaggia le famiglie più ricche. Le nostre analisi proponendo a questo tipo di interpretazione”. Così Claudio Vicarelli, del servizio per l’analisi dei dati e la ricerca economica, ambientale e sociale dell’Istat rispondendo alle domande in commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla manovra.
Dalle simulazioni illustrate durante l’audizione emerge come oltre l’85% delle risorse siano destinate alle famiglie dei quinti più ricchi della distribuzione del reddito: sono infatti interessate dalla misura oltre il 90% delle famiglie del quinto più ricco e oltre due terzi di quelle del penultimo quinto. Il guadagno medio va dai 102 euro per le famiglie del primo quinto ai 411 delle famiglie dell’ultimo. Per tutte le classi di reddito il beneficio comporta una variazione inferiore all’1% sul reddito familiare.

“Persone che rinunciano a curari salite a 5,8 milioni”

Nel 2024 il 9,9% delle persone ha dichiarato di aver rinunciato a curarsi per problemi legati alle liste di attesa, alle difficoltà economiche o alla scomodità delle strutture sanitarie: si tratta di 5,8 milioni di individui, a fronte di 4,5 milioni nell’anno precedente (7,6%). Lo ha evidenziato il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, in audizione davanti alla commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla manovra.
La rinuncia a causa delle lunghe liste di attesa – spiega l’Istat – costituisce la motivazione principale, indicata dal 6,8% della popolazione, e risulta anche la componente che ha fatto registrare l’aumento maggiore negli ultimi anni: era il 4,5% nel 2023 e il 2,8% nel 2019. La rinuncia in conseguenza delle lunghe liste di attesa è più elevata per le persone adulte di 45-64 anni (8,3%) e tra gli anziani di 65 anni e più (9,1%). Il fenomeno è più diffuso tra le donne (7,7%), sia nelle età centrali (9,4% a 45-64 anni) sia in quelle avanzate (9,2% a 65 anni e più).

“Da modifiche Isee 145 euro per 2,3 milioni di famiglie”

Le modifiche al calcolo dell’Isee, con l’aumento della franchigia per i nuclei residenti in una casa di proprietà e/o con più di un figlio a carico “comportano un beneficio medio annuo di 145 euro per circa 2,3 milioni di famiglie (8,6% delle famiglie residenti)”. Lo sottolinea l’Istat nell’audizione in commissione Bilancio di Senato e Camera sulla manovra.
Dal punto di vista distributivo, il beneficio medio è più elevato per le famiglie più povere (263 euro, determinando una variazione media sul reddito familiare del 2,2%). Queste famiglie rappresentano, tuttavia, una quota molto esigua delle famiglie avvantaggiate dalla norma poiché generalmente già rientravano nei requisiti di accesso e ricevevano importi dei trasferimenti relativamente più elevati per le cinque misure considerate. Quasi il 70% delle famiglie avvantaggiate dalle modifiche si collocano nei quinti centrali (terzo e quarto) della distribuzione del reddito familiare equivalente.

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